RIACE – “Ci sarebbe da dire a Salvini vieni a vedere e raccontami se questo pezzo di Sud sta compromettendo lo sviluppo del Mezzogiorno. Riace è necessaria, non si può più fare a meno di Riace. Si è riusciti a fare ripartire un pezzo d’Italia”.
Le parole di Saviano che aveva elogiato il sindaco di Riace
Lo aveva detto non più di qualche mese fa Roberto Saviano polemizzando con il ministro dell’Interno e indicando l’attività del sindaco della cittadina calabrese Domenico Lucano come un modello in tema di immigrazione. Un modello che, evidentemente, non era immune da lati oscuri. Perché questa mattina la guardia di finanza di Locri ha arrestato il primo cittadino calabrese e la sua compagna, Tesfahun Lemlem, disponendone rispettivamente i domiciliari e il divieto di dimora.
Le accuse
Sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un provvedimento che è il risultato di un’indagine denominata ‘Xenia’ in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria. Nello specifico l’accusa della procura è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno, se è vero che l’impegno di Lucano in favore dei migranti, ed il conseguente modello da lui creato per l’accoglienza, è stato riconosciuto in Italia ma anche a livello internazionale. Appena due anni fa, infatti, la rivista americana ‘Fortune’ lo inserì tra le 50 personalità più potenti nel mondo.
Indagini durate un anno
I problemi per primo cittadino di Riace sono iniziati lo scorso anno. La prefettura di Reggio Calabria dispose infatti un’ispezione al Comune e da quell’attività di verifica risultarono alcune irregolarità. Proprio nell’utilizzo di quei finanziamenti elargiti all’Ente dal governo centrale per la gestione dei migranti. Da quel momento la procura della Repubblica di Locri fece partire un’inchiesta che grazie anche ad alcune intercettazioni, ha portato oggi agli arresti.