COSENZA – Tre persone arrestate, perquisizioni domiciliari per altri 6 soggetti. In totale 13 indagati. E’ questo l’esito (ancora provvisorio) dell’operazione che si è svolte fin dalle prime ore di questa mattina dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Cosenza. Il provvedimento cautelare emesso dalla Procura di Cosenza ed eseguito all’alba fa esplicito riferimento ai finti matrimoni tra extracomunitari e donne italiane.
Finti matrimoni tra extracomunitari e donne italiane per ottenere il permesso di soggiorno. Il ‘compenso’ arrivava a 7mila euro
Tutte le persone indagate rispondono di favoreggiamento della permanenza illegale di stranieri nel territorio italiano. La ‘pratica’ dei finti matrimoni, infatti, permetteva ai cittadini extracomunitari di ottenere il permesso di soggiorno provvisorio e il rilascio di altra documentazione amministrativa. E dire che l’indagine era partita qualche mese fa nei confronti di cittadini marocchini, sospettati però di coinvolgimento in attività terroristiche. La realtà che si è prospettata agli occhi degli investigatori è poi stata completamente diversa. Si è quindi scoperta l’esistenza di un vero e proprio gruppo criminale che organizzava i matrimoni fittizi in cambio di compensi che vanno dai quattro ai 7mila euro.
Un italiano a capo del gruppo criminale, sette i casi accertati
Sono sette i casi di finti matrimoni accertati dalla Procura di Cosenza, diretta da Mario Spagnuolo. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto, Marisa Manzini. A capo del gruppo criminale ci sarebbe stato un cittadino italiano, che si sarebbe servito del ‘contributo’ sostanziale di altri due connazionali. Sono le tre persone finite in carcere su disposizione degli inquirenti perché accusati di aver favorito, attraverso un sistema fraudolento, la permanenza illegale di cittadini stranieri in Italia. Sono comunque ancora in corso le perquisizioni domiciliari a carico di altri soggetti sospettati di essere parte integrante del gruppo. Non sono da escludere, quindi, nuovi provvedimenti per le altre persone indagate.