Fisco, stretta Ue sull’evasione dell’Iva, Italia maglia nera con un buco di 26 miliardi

Solo nel 2020 in Europa sono mancati all'appello 93 miliardi di gettito Iva. E l'Italia ha la maglia nera con 26 miliardi di evasione, quasi un terzo di tutta l'Ue

Foto Valerio Portelli/LaPresse 01-10-2019 Roma, Italia Def 2019 - Pagamenti elettronici contro evasione fiscale Cronaca Nella foto: Pos e carte di credito Photo Valerio Portelli/LaPresse 01 October 2019 Rome, Italy Def 2019 - Electronic payments against tax evasion News In the pic: Pos and credit cards

Solo nel 2020 in Europa sono mancati all’appello 93 miliardi di gettito Iva. E l’Italia ha la maglia nera con 26 miliardi di evasione, quasi un terzo di tutta l’Ue. Un grave vulnus per i conti pubblici a cui ora l’Ue ha deciso di porre rimedio introducendo una serie di norme che vanno a modificare il sistema di riscossione dell’Iva. La prima misura è la fatturazione elettronica per le imprese che operano a livello transfrontaliero nell’Ue, uno strumento prezioso che fornirà agli Stati membri preziose informazioni per intensificare la lotta contro le frodi Iva, aiutandoli a recuperare fino a 11 miliardi l’anno. La Commissione europea vuole anche eliminare l’esenzione Iva di cui godono le piattaforme di trasporto passeggeri e alloggi a breve termine, come AirBnb, che ora diventeranno responsabili della riscossione e del versamento dell’imposta alle autorità fiscali quando i fornitori di servizi non lo fanno. Infine, si vuole introdurre un’unica registrazione Iva in tutta l’Ue, basandosi sul modello di “sportello unico per l’Iva” già esistente per le società di acquisti online, che consentirebbe alle imprese che vendono ai consumatori in un altro Stato membro di registrarsi una sola volta. Una semplificazione che potrebbe far risparmiare alle imprese, in particolare alle Pmi, circa 8,7 miliardi di euro in costi di registrazione e amministrativi in dieci anni.

L’Italia ha registrato la più grande evasione Iva in termini nominali nel 2020, con 26,2 miliardi, più del doppio di Francia (14 miliardi di euro) e Germania (11,1 miliardi di euro). In termini percentuali lo scarto tra gettito previsto e quello reale in Italia è del 20,8%, dopo Romania (35,7) e Malta (24,1), e ben lontano dal 2% della Svezia. Il primo obiettivo della riforma, dichiara il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, “è combattere l’evasione Iva che è ancora molto forte ed è purtroppo molto forte in particolare in Italia”. Certo il contrasto all’evasione non passa solo dall’Iva ma anche dai redditi non dichiarati, per questo gli occhi sono puntati sulla valutazione che in queste ore la Commissione europea sta facendo della legge di bilancio italiana. Il commissario italiano non si sbilancia su un giudizio atteso nei primi giorni della prossima settimana ma lascia intendere quali sono i punti che potrebbero essere contestati. Sull’innalzamento dell’obbligo delle transazioni col Pos a 60 euro e del limite al contante l’ex premier ricorda: “I principi credo siano abbastanza evidenti, nel senso che basta leggersi gli obiettivi del Pnrr e le raccomandazioni annuali che noi facciamo ai diversi paesi, inclusa all’Italia, per sapere che per noi sia la fatturazione elettronica che la lotta all’evasione sono grandi priorità”. In ogni caso “la legge di bilancio è sempre un appuntamento importante e in particolare in situazioni in cui c’è da avere grande attenzione”, sottolinea “però non credo la Commissione europea debba lanciare allarmi. Stiamo esaminando le proposte e adotteremo un’opinione”.

Insomma, è probabile che, anche in base ai rilievi di Bruxelles, vengano rivisti dal governo italiano gli aspetti che possano dar adito a un allentamento della lotta all’evasione, in contrasto anche con gli obiettivi del Pnrr. Sui quali, rassicura Gentiloni, c’è “fiducia” che siano rispettati anche da parte dell’attuale governo e certezza che “i contatti di ieri (a Milano) tra la presidente della Commissione e le autorità italiane, soprattutto il presidente della Repubblica, siano andati in questa direzione”. Non deve essere letto come un incoraggiamento ad alzare il tetto al contante, come intende fare il governo italiano, nemmeno l’accordo raggiunto ieri al Consiglio dell’Ue, di fissare un tetto massimo alle transazioni in contante a 10mila euro. Si tratta di una prima intesa da parte degli Stati membri sulla posizione negoziale da assumere nei confronti del Parlamento Ue sul nuovo pacchetto antiriciclaggio. La misura nasce dal fatto che molti paesi Ue ancora non avevano un tetto, mentre laddove esiste, si va da un minimo di 500 euro della Grecia a un massimo di 15mila euro in Slovacchia. Il governo italiano, dopo la riduzione dei precedenti governi, vorrebbe aumentarlo da 2mila a 5mila, ma il riferimento contenuto nel pacchetto antiriciclaggio, che esula dalle leggi di bilancio e ha ancora una lunga strada prima dell’approvazione, non è un invito a farlo e gli Stati membri – spiega il Consiglio – avranno la flessibilità di imporre un limite massimo inferiore, se lo desiderano.

Di Fabio Fantozzi

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