Fukushima, al via il rilascio in mare delle acque della centrale

In Giappone nizia il controverso piano, che dovrebbe durare decenni. Cina: "Atto egoista e irresponsabile"

In Giappone l’operatore della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, distrutta dallo tsunami del 2011, ha riferito di aver iniziato a rilasciare il primo lotto di acqua radioattiva trattata nell’Oceano Pacifico. In un video in diretta da una sala di controllo dello stabilimento, la Tokyo Electric Power Company Holdings mostra un membro dello staff accendere una pompa dell’acqua di mare, segnando l’inizio del controverso piano he dovrebbe durare decenni. “Pompa dell’acqua di mare A attivata”, ha detto l’operatore principale, confermando che il rilascio era in corso.

Aiea: “Nostri esperti sul campo per garantire sicurezza”La società ha successivamente confermato che la pompa dell’acqua è stata attivata alle 13:03 (le 6 del mattino italiane)Un’altra pompa di rilascio delle acque contaminate è stata attivata 20 minuti dopo la prima. I funzionari dello stabilimento hanno affermato che finora tutto si è svolto senza intoppi. Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, ha fatto sapere che “gli esperti dell’Aiea sono sul campo per fungere da punto di riferimento della comunità internazionale e garantire che lo scarico venga effettuato come previsto, in linea con gli standard di sicurezza“. L’agenzia delle Nazioni Unite ha anche affermato che lancerà una pagina web per fornire dati in tempo reale sullo scarico. Forte opposizione al piano di rilascio dell’acqua della centrale nel Pacifico è stata espressa dalle organizzazioni di pescatori giapponesi, preoccupate di ulteriori danni alla reputazione dei loro frutti di mare. Il governo giapponese e la Tepco, dal canto loro, sostengono che l’acqua debba essere rilasciata per fare spazio allo smantellamento dell’impianto e per prevenire perdite accidentali.Cina: “Atto egoista e irresponsabile”“Avviare il rilascio forzato” dell’acqua contaminata della centrale di Fukushima “negli oceani è un atto estremamente egoista e irresponsabile che ignora l’interesse pubblico globale”. È quanto riporta il ministero degli Esteri cinese in una nota. Lo smaltimento dell’acqua della centrale giapponese “è una questione importante per la sicurezza nucleare. Il suo impatto va oltre i confini del Giappone”, aggiunge ribadendo che non si tratta di “una questione privata” per Tokyo. Il governo cinese, fa sapere il ministero degli Esteri, adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare la sicurezza alimentare e la salute del popolo cinesePechino, prosegue la dichiarazione del ministero degli Esteri, “si oppone fermamente” e “condanna con forza” quanto sta accadendo e “ha presentato solenni rimostranze alla parte giapponese per chiederle di porre fine all’atto illecito”. Seul chiede a Tokyo “trasparenza” sui datiIl premier sudcoreano, Han Duck-soo, ha invitato il Giappone a divulgare in modo trasparente le informazioni che riguardano il rilascio nell’oceano Pacifico dell’acqua contaminata dall’impianto nucleare di Fukushima nei prossimi 30 anni. Lo riporta Yonhap. “Il nostro governo spera e sollecita ancora una volta il governo giapponese a divulgare informazioni in modo trasparente e responsabile sul processo di scarico dell’acqua che continuerà nei prossimi 30 anni”, ha affermato Han. In riferimento ai timori dell’opinione pubblica, il leader di Seul ha sottolineato che “preoccupazioni eccessive” non sono necessarie, poiché il piano di smaltimento negli oceani non dovrebbe comportare danni significativi. “Anche se lo scenario ideale sarebbe stato quello di evitare del tutto lo scarico di acqua contaminata – ha ribadito -, gli esperti di tutto il mondo condividono l’opinione che un’eccessiva preoccupazione pubblica non sia necessaria”.Studenti tentano irruzione in ambasciata Giappone a SeulLa polizia sudcoreana ha arrestato 16 studenti universitari che hanno tentato di fare irruzione nell’ambasciata giapponese nel centro di Seul per protestare contro il rilascio nell’oceano Pacifico dell’acqua contaminata. 

LaPresse

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