Furbetti del cartellino all’Asl di Caserta, rischiano in 21

Indagini chiuse per i dipendenti Asl che si sarebbero allontanati illecitamente durante il servizio

CASERTA – Rischiano il rinvio a giudizio in 21 per l’inchiesta sui “furbetti del cartellino” all’Asl. Si tratta del troncone dell’indagine portata avanti dalla Procura di Napoli Nord che riguarda la sede Asl di via Santa Lucia ad Aversa e che nel novembre 2020 ha portato a 13 provvedimenti di sospensione contro dipendenti dell’azienda sanitaria. Da un’altra tranche sono originati altri provvedimenti e diversi arresti nel febbraio scorso. In questi giorni il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord Daniele Grunieri ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e fissato l’udienza per dicembre. Fra i reati, contestati a vario titolo, ci sono la falsa attestazione e la truffa. Davanti al gip dovranno comparire Gaetano Alicandri, 67 anni, di Santa Maria La Fossa; Maria Rosaria Genovese, 50 anni, di Frattamaggiore; Antonio Menditto, 64 anni, di Aversa; Valeria Di Giorgio, 66 anni, di Aversa; Antonio D’Angelo, 50 anni, residente a Trentola Ducenta e domiciliato a Lusciano; Roberto Lauro, 67 anni, di Aversa; Salvatore Spadavecchia, 57 anni, di Aversa; Arturo Geremia, 64 anni, di Giugliano; Giuseppe Di Giorgio, 66 anni, di Aversa; Maria Rita Spagnuolo, 59 anni, di Casaluce; Elisa Barbato, 58 anni, di Aversa; Giovanni Verde, 62 anni, di Aversa; Pasquale Corvino, 61 anni, di Casal di Principe; Alberto Gatto, 67 anni, di Aversa; Antonio Leccia, 50 anni, di Aversa; Antonio Liccardo, 62 anni, di Casaluce; Raffaele Muncaro, 68 anni, di Lusciano; Alfonso Perrotta, 66 anni, di Aversa; Giuseppe Scarpa, 69 anni, di Aversa; Patrizia Taglialatela, 45 anni, di Aversa; Patrizia Ventre, 55 anni, di Aversa. E’ stata invece archiviata la posizione dell’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Vincenzo Iodice.

Secondo l’accusa i dipendenti Asl (tra cui dirigenti medici, tecnici amministrativi e infermieri) si allontanavano dal posto di lavoro per fare la spesa e assolvere ad altre faccende private, come riparazioni di auto e scooter propri. Poi facevano risultare quelle loro assenze come servizi di missione. Ma erano impegni virtuali visto che successivamente, una volta rientrati in ufficio, quel lasso di tempo veniva cancellato dal sistema facendolo così risultare come normale orario di servizio, magari con l’aggiunta di ore di straordinario. Alcuni di loro sono nel frattempo stati collocati in pensione.
Tra gli avvocati difensori impegnati Raffaele Costanzo, Luigi Marrandino, Massimo D’Errico, Pasquale Pagliuca, Emilio Martino, Ferdinando Pelliccia.

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