Alla fine, la Commissione ha deciso: il price cap al gas ci sarà. Sarà pure un tetto temporaneo e dinamico ma è un fatto che l’Esecutivo Ue ha messo nero su bianco la sua proposta per “mettere in atto un meccanismo per limitare i prezzi attraverso la principale borsa del gas europea, la Ttf, da attivare quando necessario”. L’Esecutivo Ue, ricorda la presidente von der Leyen, aveva già inserito il price cap a marzo come possibilità per frenare i prezzi, “ma a quel tempo la proposta non era matura”. “Non siamo riusciti a trovare le maggioranze, ma abbiamo avuto molte discussioni su questo nell’ultimo mese”, sottolinea la numero Uno di palazzo Berlaymont, ora invece “c’è una maggiore comprensione tra gli Stati membri”.
Non solo: la Commissione vuole introdurre anche un nuovo meccanismo temporaneo per abbassare i picchi di prezzo che si registrano nell’arco della giornata ed evitare un’eccessiva volatilità dei valori. Non si esclude nemmeno di studiare per il futuro la strada intrapresa da Spagna e Portogallo per calmierare il prezzo del gas usato per produrre elettricità. Ovvero fissare un tetto e coprire con fondi pubblici la quota parte tra il massimale e il prezzo di mercato. Ha funzionato e merita di essere preso in considerazione, afferma la Commissione, ma va capito se può funzionare per gli altri Stati che hanno un mix energetico diverso. Su tutto occorre fare attenzione a non far aumentare la domanda di gas.
Viene poi introdotto un nuovo indice del gas, non sostitutivo, ma complementare al mercato Ttf di Amsterdam. Il nuovo benchmark sarà creato entro la fine del 2022 e “dovrebbe essere disponibile in tempo per la prossima stagione di riempimento all’inizio del 2023”. L’altro grande pilastro del nuovo pacchetto è l’acquisto in comune di gas. Non potendo la Commissione, né gli Stati, acquistare per conto delle aziende, l’operazione avverrà in due fasi. In un primo momento si raccoglieranno i dati aggregando la domanda e unendo i fabbisogni di gas delle aziende disposte a partecipare.
Poi le aziende potranno concludere i loro contratti con i fornitori. Possono anche costituire un consorzio di acquisto del gas e acquistare insieme il gas. Vi è però anche un elemento vincolante: gli Stati dovranno partecipare nell’aggregazione della domanda per almeno il 15% dei loro obblighi di riempimento dello stoccaggio. Il price cap, insomma, servirà a tamponare la situazione in attesa di rendere operativi gli altri strumenti messi in campo. Sia il nuovo indice che gli acquisti congiunti, infatti, non saranno pronti prima della primavera 2023. In tempo per l’inizio della stagione di riempimento degli stoccaggi. D’altronde “il prossimo inverno sarà più insidioso di questo”, stando alle parole di un’alta funzionaria Ue.
La Commissione ha deciso anche di rendere disponibili una parte dei fondi coesione 2014-2020, “aiutando gli Stati membri e le regioni attraverso misure mirate, temporanee ed eccezionali ad affrontare le sfide derivanti dall’attuale crisi energetica, fino a un massimo del 10% degli stanziamenti degli Stati membri pari a quasi 40 miliardi di euro”. Viene confermato poi l’allentamento del quadro per gli aiuti di Stato per venire incontro alle esigenze di liquidità delle aziende.
Del pacchetto fanno parte anche un piano d’azione per la digitalizzazione del settore energetico, per migliorare l’uso efficiente delle risorse e facilitare l’integrazione delle energie rinnovabili nella rete, e un piano per aumentare la resilienza delle infrastrutture critiche, con l’indicazione agli Stati ad effettuare stress test sulle reti. Ora che la Commissione ha svelato le sue carte, la palla passa ai leader Ue che daranno l’indirizzo politico nel Consiglio europeo di giovedì e venerdì e poi ai ministri dell’Energia che potrebbero già approvare il regolamento nel Consiglio Ue di martedì 25.
Nella bozza delle conclusioni appare già il riferimento al price cap dinamico, segno che anche Germania e Olanda si sono ammorbidite o che ha prevalso il resto dell’Europa. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si dice “fiducioso che, nonostante i diversi vincoli nazionali, affronteremo il nostro dibattito sull’energia in modo costruttivo, consapevoli del nostro urgente interesse collettivo”, anche perché “le nostre prospettive economiche dipenderanno in larga misura da come gestiremo la nostra crisi energetica”.
Soddisfatto il governo uscente italiano, che porta avanti da mesi la battaglia sul price cap. “Finalmente si va nella giusta direzione”, ha commentato il sottosegretario agli Affari europei, Enzo Amendola. Venerdì il vertice dei leader potrebbe dare il suo ok al price cap. Quasi certamente sarà l’ultimo atto di Mario Draghi come presidente del Consiglio. E forse non c’è uscita di scena migliore.(LaPresse)