Camere: tra capigruppo tante riconferme, Ronzulli new entry. Domani conta su vicepresidenze

Foto Mauro Scrobogna / LaPresse 18-10-2022 Roma (Italia) Senato, nomina capogruppo senatori di Forza Italia - Nella foto: Licia Ronzulli neoeletta presidente del gruppo dei senatori di Forza Italia

Tante riconferme e poche new entry nelle squadre dei capigruppo di Camera e Senato. Restano al loro posto – dopo lunghe trattative interne e comunque con l’accordo di rimettere il mandato nelle mani del nuovo segretario, a congresso ultimato – le presidenti Pd a Montecitorio e palazzo Madama Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, i vertici di FdI Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani e quelli della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

Confermato anche il presidente dei deputati M5S Francesco Silvestri, mentre al Senato Mariolina Castellone (in odore di vicepresidenza) cede il testimone a Barbara Floridia. Tra i volti nuovi ci sono quelli di Alessandro Cattaneo, eletto alla guida del gruppo di Forza Italia a Montecitorio e Licia Ronzulli, votata all’unanimità presidente dei senatori. Matteo Richetti e Lella Paita guideranno le truppe di Azione e Iv a Camera e Senato. Completano il quadro Peppe De Cristofaro e Manfred Schulian che presiederanno il gruppo Misto e Antonio De Poli e Julia Unterberger che guideranno rispettivamente il gruppo Noi Moderati e quello delle Autonomie a palazzo Madama.

La giornata nei Palazzi va avanti in una girandola di riunioni. Il primo a rompere il ghiaccio e a scompaginare le carte è Silvio Berlusconi che di buon mattino invia una lettera a deputati e senatori e “indica” quali nuovi Alessandro Cattaneo, poi eletto alla guida del gruppo di Forza Italia a Montecitorio e Licia Ronzulli, votata all’unanimità presidente dei senatori. L’azzurra, finita al centro del braccio di ferro tra il Cav e Giorgia Meloni, si dice “gratificata” per l’incarico ricevuto. “Non è mai stato un problema per me diventare ministro o meno, – assicura – Questo è un incarico che mi gratifica tantissimo. Ho sentito la Meloni, i rapporti erano buoni prima e lo sono adesso, non c’è stato bisogno di ricucire nulla”.

Domani si giocherà la partita relativa a vicepresidenze, questori e segretari d’aula. Ogni parlamentare avrà a disposizione tre schede e potrà esprimere due preferenze per vicepresidente e questore e quattro per segretario d’aula. Se gli equilibri saranno rispettati due vicepresidenze per Camera andranno alla maggioranza e due all’opposizione e dovrebbero dividersele Pd e M5S, (per i dem i nomi in campo sono quelli di Anna Ascani alla Camera e Anna Rossomando al Senato).

Il Terzo polo resta all’attacco. “Ho parlato con i vertici del Pd e ci hanno detto ‘se volete ci incontriamo’, ma resta l’indisponibilità a discutere”, assicura il capogruppo di Azione e Iv alla Camera, Matteo Richetti che conferma l’idea di non partecipare al voto, ma avverte: “Quando andremo su Copasir e Vigilanza, se le opposizioni pensano di essere in due, quando invece sono tre, giocheremo le nostre partite”. Fonti di Azione confermano i contatti con i dem ma, sulle presidenze, assicurano, “la risposta è stata un categorico no”. “Dal terzo polo arrivano solo richieste irrealistiche – replicano dal Nazareno – è un gioco delle parti, hanno meno della metà dei voti del M5S, cosa pretendono”.

Dal fronte M5S Giuseppe Conte concorda: “Renzi parla di complotto? Noi siamo una forza di opposizione, abbiamo avuto un ottimo successo elettorale e sicuramente auspichiamo che ci sia negli uffici di presidenza di Camera e Senato una nostra adeguata rappresentanza. Punto. Lasciamo stare gli altri a confabulare e sparare affermazioni del genere”, sentenzia. E se Enrico Letta chiama ancora all’unità le opposizioni (“dobbiamo fare l’opposto di quanto successo giovedì: opposizioni divise che si vendono per un piatto di lenticchie.

Questo è quello che vuole la maggioranza e ha un impatto devastante sull’opinione pubblica”, assicura), il leader M5S tira dritto: “Noi siamo interessati a lavorare sui temi, sulle nostre battaglie. Strada facendo vedremo chi condivide le nostre battaglie. Inutile fare accordi a tavolino, l’opposizione si dimostra strada facendo e vedremo chi vorrà condividere la nostra linea intransigente o chi vorrà fare, qualche prova l’abbiamo già avuta, la stampella alle forze di maggioranza”.(LaPresse)

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