Genova, sulla Gronda si riapre lo scontro tra Mit e Aspi

Un corto-circuito di accuse incrociate che vedono come protagonisti ancora una volta il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e società Autostrade

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Danilo Toninelli

MILANO – Riparte lo scontro sulla Gronda, la maxi-opera che dovrebbe collegare Genova all’entroterra. In un corto-circuito di accuse incrociate che vedono come protagonisti ancora una volta il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e società Autostrade.

Gronda di Genova, il sì di Toninelli

Ad aprire la giornata la dichiarazione del ministro che annuncia, sulla scorta dell’analisi costi-benefici stilata dal Mit, che l’opera si farà. Ma su basi diverse da quelle previste e che vedono già impegnata alla realizzazione Autostrade per l’Italia. “La Gronda si farà e grazie al lavoro del Mit sarà realizzata nei termini in cui è davvero utile a Genova”, spiega il ministro che non risparmia una stoccata alla Lega. “Mandando all’aria il Governo del cambiamento, ha fatto harakiri e si è messa da sola fuori dai giochi”.

Autostrade storce il naso

La messa a punto di Toninelli non piace però ad Autostrade che contesta radicalmente il rapporto costi-benefici del Mit. E parla in una nota di “errori macroscopici, soluzioni tecniche irrealizzabili, valutazioni dei dati del tutto arbitrarie”. Poi avverte: “Qualora fosse tenuta in considerazione, questa analisi avrebbe come unico effetto quello di ritardare la realizzazione dell’opera”. Visto che “qualunque tipo di modifica del progetto farebbe ripartire da zero l’iter, causando un ritardo di 6-10 anni e determinando il rischio di affossarla definitivamente”. Aspi, ricorda poi che ha già effettuato il 92% di espropri e bandito gare per circa 700 milioni di euro. Il mancato avvio dei lavori e una modifica del progetto comporterebbe il risarcimento di oltre 1 miliardo per i lavori finora svolti.

I toni aspri e la replica del Mit

Immediata la replica di fonti Mit che parlano di “toni inaccettabili” e spiegano che una modifica al progetto sarà inevitabile. “Aspi dimentica, o vuole comprensibilmente trascurare, il fatto che una delle componenti fondamentali dello scenario nel quale ha sviluppato le sue valutazioni, il ponte Morandi per come era, non c’è più. Basterebbe questo a rendere indispensabile la revisione del suo progetto”, attaccano le fonti con chiaro riferimento alle polemiche sul crollo del Ponte.

La linea di Confindustria

Sulla Gronda interviene anche Confindustria che si tiene alla larga dal botta e risposta ma ricorda che “il tentativo di compromettere un progetto come la Gronda, strategico e vitale per Genova e l’Italia, appare illogico e irresponsabile. Di tutto abbiamo bisogno tranne che di creare nuovi alibi per impedire o ritardare la realizzazione di infrastrutture fondamentali per il ripristino di una viabilità che consenta a cittadini e imprese di recuperare livelli minimi di agibilità”.

(AWE/LaPresse/di Paolo Tavella)

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