Germania, elezioni sul filo del rasoio. Merkel sul palco per Laschet, Scholz guarda ai Verdi

Il cancelliere Angela Merkel e il governatore Armin Laschet, candidato principale per le imminenti elezioni, salutano i sostenitori all'evento della campagna elettorale finale del Partito Democratico Cristiano, CDU, in vista delle elezioni generali tedesche ad Aquisgrana, in Germania, sabato 25 settembre 2021 (Foto AP/Martin Meissner)

MILANO – Un “costruttore di ponti”, miglior candidato per la stabilità. È con queste parole che Angela Merkel, alla vigilia delle elezioni in cui la Germania sceglierà la direzione dopo 16 anni con la cancelliera al timone, ha voluto appoggiare come suo successore il candidato del suo partito, Armin Laschet. Tentando di convincere all’ultimo minuto gli indecisi dal palco di Aquisgrana, città natale di Laschet, mentre il suo blocco conservatore Cdu/Csu nei sondaggi continua a essere dietro alla Spd.

Il socialdemocratico Olaf Scholz, dal canto suo, attuale ministro delle Finanze, per l’ultimo comizio ha scelto Potsdam, suo collegio elettorale. L’aspirazione è naturalmente quella di ricevere lui l’incarico di formare un governo, ma sulle coalizioni si mantiene aperto: “Voglio dire esplicitamente che la coalizione più importante per me è quella con gli elettori. Perché più rendete forte la Spd, più facile sarà formare un governo”. Poi però un’aggiunta: “Non so esattamente cosa sarà possibile, ma potrebbe addirittura essere possibile formare un governo di Spd e Verdi, per esempio”.

Il partito di ‘Frau Merkel’ tenta il tutto per tutto per evitare la sconfitta dopo una campagna elettorale da montagne russe, in cui alternativamente sono stati in testa tutti e tre i candidati alla cancelleria. In un primo momento sembrava che il duello sarebbe stato fra Laschet e la candidata dei Verdi Annalena Baerbock (è la prima volta che il partito ambientalista ha un suo candidato alla cancelleria), mentre adesso il duello che sembra profilarsi è tra Laschet e Scholz. I due continuano a essere in testa a testa, ma con un lieve vantaggio del socialdemocratico, soprattutto dopo la bufera che si è abbattuta sul conservatore fotografato sorridente durante un discorso solenne del presidente della Repubblica sulle disastrose alluvioni di luglio.

I Verdi intanto sono stabilmente terzo partito, aspirando dunque a una fetta nel nuovo governo. Dati del genere lasciano aperte molte opzioni di coalizione nel post voto. Se a dare le carte dovessero essere i socialdemocratici di Scholz, la prima scelta sarebbe senz’altro un’alleanza con i Verdi e con i liberali della Fdp (la cosiddetta coalizione ‘semaforo’).

E anche se a dare le carte dovesse essere Laschet la sua prima scelta sarebbero questi due partiti, formando invece in quel caso la cosiddetta coalizione ‘Giamaica’ (ma non va dimenticato che un tentativo di formare un governo Giamaica saltò nel 2017). I verdi preferirebbero un’alleanza con i socialdemocratici, mentre i liberali con la Cdu.

Si avrà più chiarezza quando, dopo la chiusura delle urne, verranno fuori i numeri. Non si può escludere neanche un’alleanza tutta a sinistra, la cosiddetta ‘rosso-rosso-verde’ fra Spd, Die Linke e Verdi, agitata come uno spettro fino all’ultimo dai conservatori: “Prevedo che se ci sarà una maggioranza rosso-rosso-verde ci proveranno”, ha detto Laschet per spingere a votare per lui. Quanto a una riedizione della Grosse Koalition fra i due grandi partiti tradizionali, sotto Scholz o Laschet, non sembra al momento richiamare nessuno dei due. Quel che è certo, è che nessuno intende allearsi con l’estrema destra xenofoba dell’AfD.(LaPresse)

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