Giampaolo vicino all’esonero. Il Milan sogna Spalletti

ESCLUSIVA MILAN Foto LaPresse - Spada

MILANO – Non è bastata la vittoria di Marassi contro il Genoa per salvare la propria panchina. Marco Giampaolo, tecnico del Milan, sembra sempre più vicino all’esonero. Le indiscrezioni su una possibile sostituzione del tecnico si sono rincorse domenica, proprio all’indomani della vittoria dei rossoneri contro il Genoa.

La posizione di Marco Giampaolo

Tre punti che sembravano aver salvato la panchina dell’allenatore e che invece sono serviti a ben poco. Perché il Milan è sembrato comunque molto indietro nel gioco, con reparti poco collegati tra loro ed alcuni elementi assolutamente spaesati. La dirigenza rossonera, infatti, con Boban davanti a tutti, non avrebbe gradito la gestione della partita, soprattutto in merito alle posizioni di Leao e Paquetà lasciati inizialmente in panchina e poi risultati determinanti. Dopo tre mesi di lavoro a Milanello, dunque, le strade di Giampaolo e del Milan sembrano prossime a separarsi. E il casting è già aperto.

I possibili sostituti

La prima scelta della società, che rappresenta anche l’ipotesi più affascinante, è quella che opera al nome di Luciano Spalletti. Una pista che, però, appare difficile da percorrere e soprattutto per due motivi. Il primo è quello relativo all’alto ingaggio del tecnico toscano e il secondo è relativo alle possibili tempistiche per l’esigenza di rescindere l’attuale contratto che ancora lo lega all’Inter. Si parla di una richiesta di circa 4 milioni all’anno, più o meno quanto Spalletti prendeva dai cugini nerazzurri. E comunque, a quanto pare, non ci sarebbe la massima convinzione di accettare questa sfida. Permane dunque forte la candidatura di Rudi Garcia con Pioli altro indiziato ma che starebbe attendendo anche l’eventuale proposta della Sampdoria a sua volta prossima ad esonerare Di Francesco. Contatti si registrano anche con Marcelinho, ex allenatore del Valencia, e con Ranieri. Voci di corridoio parlano infine di frizioni in società con Elliott tutt’altro che soddisfatto dell’operato di Maldini e Boban.

LaPresse

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