Giorgetti: “Decollo di Ita entro l’estate, no a una compagnia sussidiata dallo Stato”

Mercoledì prossimo i commissari straordinari incontreranno le parti sociali, con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo che hanno annunciato una manifestazione sotto la sede del Mise il 14 aprile

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Giancarlo Giorgetti

ROMA – Una compagnia ‘leggera’, che non pesi (più) sulle spalle pubbliche. E che decolli entro l’estate, per provare a sfruttare le occasioni di un mondo dove i vaccini avranno a quel punto raggiunto milioni di cittadini. Per Ita il governo prova a lanciare lo sprint finale, garantendo discontinuità con l’attuale vettore e un confronto aperto con Europa, Parlamento e parti sociali. “Alitalia non può essere troppo pesante se vuole volare. Non può essere una compagnia aerea sussidiata dallo Stato, non è possibile ora né in futuro”, è il messaggio che lancia in chiaro dal Mise Giancarlo Giorgetti. Il ministro leghista prima incontra il titolare dell’Economia francese Bruno Le Maire. Poi davanti ai cronisti non si sottrae alle domande sul dossier, ereditato da Stefano Patuanelli.

Decollo di Ita entro l’estate

La road map è tracciata, perché il governo ha investito tanto sulla newco (3 miliardi) e ora servono risultati concreti. Per farlo è necessario l’ok da Bruxelles per il passaggio degli asset da Alitalia in amministrazione straordinaria a Ita, passaggio ineludibile per l’avvio ufficiale dei voli che dovrebbe avvenire entro giugno-luglio. La prossima settimana andrà in scena il terzo incontro con il commissario alla Concorrenza Ue Margrethe Vestager, con l’obiettivo “di giungere alla definizione di una soluzione equilibrata in tempi brevi”. Il piano industriale di Ita vidimato a dicembre è già carta straccia e alcuni rumors parlano di una flotta di 50 aerei. Con un personale che potrebbe scendere sotto le 5mila unità.

“Abbiamo tutta l’intenzione di far partire Ita entro l’estate. Il nostro auspicio è che Ita possa cogliere tutte le opportunità che si apriranno ma chi non aiuta a fare questo lavora contro gli interessi di Ita, dei lavoratori e dell’Italia”, è la chiosa finale di Giorgetti. Certo, l’obbligo è fare presto. Perché, anche se dall’Unione europea sono in arrivo 55 milioni di ristori, le casse di Alitalia in AS sono quasi a secco. Non è un caso, infatti, che gli stipendi dei lavoratori siano stati ritardati per due volte negli ultimi quattro mesi.

I sindacati chiedono risposte

E mentre il leader della Lega Matteo Salvini si dice “fiducioso” per Alitalia e assicura che non saranno richiesti altri sacrifici ai dipendenti, i sindacati chiedono risposte. Mercoledì prossimo i commissari straordinari incontreranno le parti sociali, con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo che hanno annunciato una manifestazione sotto la sede del Mise il 14 aprile. Nella locandina i sindacati parlano di “una crisi insostenibile” del settore che “sta avendo conseguenze drammatiche su compagnie aree” come Alitalia, Air Italy, Norwegian, Ernest e Blue Panorama. Le richieste sono quattro: un tavolo di crisi permanente sul trasporto aereo, ammortizzatori sociali adeguati e rifinanziamento del Fondo per il trasporto aereo.

(LaPresse/di Alessandro Banfo)

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