Giorgetti manda in soffitta il reddito grillino: “Serve un lavoro di cittadinanza”

Fallito il progetto targato M5S il leghista e ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti attraverso anche una normativa adeguata e più stringente guarda avanti e rifacendosi anche alla Costituzione propone il “Lavoro di cittadinanza”

Foto Ufficio Stampa Ministero Sviluppo Economico/LaPresse13-07-2021 PoliticaIl ministro Giancarlo Giorgetti ha incontrato a Palazzo Piacentini il commissario europeo al mercato interno e capo della task force Ue per i vaccini Thierry Breton, in missione in Italia. Al centro dell'incontro bilaterale la strategia sui microprocessori, il piano vaccinale europeo e i dossier relativi ai settori della difesa e dell'aerospazio.

ROMA – Giorgetti manda in soffitta il reddito grillino che, oggettivamente, durante la sua applicazione ha mostrato non poche sbavature, riproponendolo in una veste del tutto diversa, a cominciare dal nome. Anche, e non solo, attraverso una normativa adeguata e più stringente con un occhio all’articolo 1 della Costituzione.

‘Lavoro’ e non più ‘Reddito’

E così il leghista spiega la sua idea: “Dobbiamo cominciare a ragionare di lavoro di cittadinanza. La Costituzione italiana recita che è il lavoro che ci rende pienamente cittadini. Lo sforzo è di trasformare il reddito di cittadinanza in lavoro di cittadinanza”. Per cui parlare di “lavoro di cittadinanza  – ha aggiunto Giorgetti – significherebbe cambiare radicalmente lo strumento, di fatto archiviando la misura così come la conosciamo”. Ma Conte non ci sta e ribatte al leghista: “Cosa fa il M5s se si cancella il Reddito di cittadinanza? Sarebbe la rottura di un patto di lealtà e di una logica di sostegno e collaborazione”. E attacca la leader di FdI, Giorgia Meloni che ha definito il Reddito di cittadinanza il “metadone di Stato: “La formula metadone di Stato suona volgare – ha detto – È davvero da vigliacchi per degli esponenti politici, che hanno dei trattamenti di tutto rispetto dal punto di vista economico, andare in tv e chiedere l’abrogazione di una misura che nel migliore dei casi arriva a 780 euro”. Ma Matteo Salvini chiarisce subito: “Va rivisto o cancellato in legge di bilancio”.

Le ipotesi

Una ipotesi sarebbe già quella di poter destinare i fondi disponibili alle aziende per la formazione e le politiche attive del lavoro. Forza Italia propone l’imposta negativa sul reddito:  “Noi diciamo agli italiani: lavorate – spiega il forzista Sestino Giacomini – accettate anche un lavoro con una paga bassa e lo Stato è pronto a integrare la differenza tra il salario mensile e 1.000 euro, che secondo noi è la cifra minima affinché una persona possa vivere decorosamente”.

Le opinioni

Anche all’interno del Pd non ci sono voci univoche: Andrea Orlando, ministro del Lavoro, ad esempio,  pensa a cambiamenti dello strumento, mentre il senatore Andrea Marcucci propone “di tornare ai principi ispiratori del reddito di inclusione”. Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna  da parte sua chiarisce che “la norma non ha assolto ad alcuni obiettivi che si era posta, come quello di aiutare a trovare lavoro”, mentre il capogruppo di Leu alla Camera Federico Fornaro attacca: “la campagna messa in atto contro il reddito di cittadinanza da parte di Meloni, Renzi e Salvini è assolutamente strumentale e ingenerosa”.

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