Grana grillina. L’ex ad Ama accusa la Raggi: “Su di me pressioni per chiudere il bilancio in rosso”. La Lega: “Se le intercettazioni sono vere si dimetta”

La replica del Campidoglio: "Il bilancio di Ama proposto dall’ex ad Lorenzo Bagnacani non poteva essere approvato dal socio Roma Capitale e, quindi, dalla Giunta"

Altro giro, altro regalo. Ma da scartare per i grillini ci sono soltanto grane. Nel ‘Siri-Day’, che rischia di far scoppiare un altro caso all’interno dell’esecutivo penta-leghista, si registrano ‘problemi’ anche per Virginia Raggi.  

L’esposto dell’ex ad di Ama

Ad accusare la sindaca di Roma è Lorenzo Bagnacani. Il già presidente ed amministratore delegato dell’Ama, silurato lo scorso febbraio dalla Raggi, ha presentato un esposto in Procura. L’ex dirigente ha raccontato agli inquirenti di aver ricevuto ipotizzate ‘pressioni’ dal primo cittadino “finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell’Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali”.

Le intercettazioni

A sostegno della sua tesi, Bagnacani ha fornito agli inquirenti registrazioni di colloqui tra lui e la sindaca e varie conversazione tra loro intercorse su WhatsApp e Telegram.

La replica del Campidoglio

Tempestiva la replica del Campidoglio: “Il bilancio di Ama proposto dall’ex ad Lorenzo Bagnacani non poteva essere approvato dal socio Roma Capitale e, quindi, dalla Giunta. Il ragioniere generale, il direttore generale, il segretario generale, l’assessore al Bilancio e tutti i dipartimenti competenti hanno certificato l’assoluta mancanza di possibilità di riconoscere il credito inserito nel progetto di bilancio caldeggiato dall’ex ad. Non c’è stata quindi alcuna pressione ma la semplice applicazione delle norme. Inoltre, si sottolinea che più volte nel corso dello scorso anno Roma Capitale ha sollecitato la revisione del progetto di bilancio e delle voci segnalate dagli organi preposti e dal collegio dei revisori dei conti della stessa Ama. L’approvazione di quel bilancio – ha concluso la nota dell’amministrazione capitolina – non avrebbe rispettato la legge e avrebbe condotto al pagamento di premi per lo stesso ad, i dirigenti e i dipendenti”.

Le richieste della Lega

E se Luigi Di Maio chiede le dimissioni di Armando Siri, indagato per corruzione, stesso invito presentato dal ministro leghista Erika Stefani alla Raggi: “Se il contenuto delle intercettazioni della sindaca Raggi corrispondesse al vero, sarebbe la confessione di un grave reato e la chiara ammissione di una palese incapacità a governare. Per coerenza con le regole del Movimento ci aspettiamo le sue immediate dimissioni”

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