Green pass: 17 indagati e perquisizioni in tutta Italia. Anche Draghi nel mirino

Perquisizioni in tutta Italia e 17 indagati: sono accusati di istigazione a delinquere con l'aggravante del ricorso a strumenti telematici e istigazione a disobbedire le leggi i No vax/No green pass del canale Telegram Basta dittatura, chiuso lo scorso 28 settembre.

Foto Claudio Furlan/LaPresse

MILANO – Perquisizioni in tutta Italia e 17 indagati: sono accusati di istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e istigazione a disobbedire le leggi i No vax/No green pass del canale Telegram Basta dittatura, chiuso lo scorso 28 settembre. Nel mirino anche Mario Draghi, presidente del Consiglio. Immediate le reazioni su canali ‘paralleli’ del canale di messaggistica: “Ci perseguitano, andiamo a lanciare le bombe”.

Le perquisizioni, frutto delle indagini svolte sotto la direzione dei magistrati specializzati della Procura della Repubblica di Torino, gruppo terrorismo ed eversione, con la partecipazione diretta dei Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, sotto il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sono state effettuate in 16 diverse città italiane.

Una tanica da 5 litri di acido cloridrico a Palermo, una balestra, alcune baionette e un vecchio fucile a Brescia, a Cremona alcuni coltelli e a Siena un documento storico riconducibile al nazifascismo: sono i materiali rinvenuti e sequestrati nel corso delle perquisizioni e che, per gli inquirenti, sono la prova della pericolosità dei soggetti indagati che avevano partecipato alla chat istigando sistematicamente all’utilizzo delle armi e a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui anche Draghi. Obiettivi ricorrenti, secondo gli inquirenti, sono stati le forze dell’ordine, medici, scienziati, giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di ‘asservimento’ e ‘collaborazionismo’ con la ‘dittatura’ in atto. Presa costantemente di mira con pesanti insulti anche tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi ‘schiava’ dello Stato.

Contenuti e toni ‘esasperati’, quelli usati dagli indagati no vax nella canale Telegram ‘Basta dittatura’. Gli indagati, tra i maggiori attivisti del canale, facevano espliciti riferimenti, secondo gli inquirenti, a ‘impiccagioni’, ‘fucilazioni’, ‘gambizzazioni’, oltre ad allusioni dirette a ‘nuove marce su Roma’ e al terrorismo.

Sui canali paralleli creati in seguito alla chiusura di quello principale, sono fioccate le reazioni. “Non si può più manifestare – scrive un utente il cui nickname è ‘Ciao amici’ – ci stanno dando la caccia, ci perseguitano. Stiamo vivendo nella più radicata dittatura”. Minacce anche nei confronti della Procura e questura di Torino: “Sapete cosa fare a Valentina Sellaroli, a tutta la procura di Torino e al questore Vincenzo Ciarambino”, si legge in un messaggio. La procura di Torino aveva chiesto il sequestro e la chiusura di Basta dittatura. Dell’inchiesta si è occupata anche la pm Sellaroli, finita ora nel mirino dei no vax/no green pass.

di Laura Pirone

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