Green pass, tremano 5mila imprese. Confesercenti: “Si vaccinino tutti”

Da venerdì sarà obbligatorio per le imprese, è allarme soprattutto tra i ristoratori. I sindacati chiedono un rinvio a fine mese: “Ma il governo ha deciso di tirar dritto”

Vincenzo Schiavo, Mario Draghi e Pierpaolo Bombardieri

NAPOLI – Green Pass obbligatorio per andare a lavorare. Ieri la firma sul decreto da parte del premier Mario Draghi (al centro). E dalle categorie professionali la reazione è fredda. Tutti d’accordo sull’utilità del provvedimento, come anche sulla necessità di vaccinarsi tutti per porre fine all’incubo della pandemia. Però le categorie professionali e i sindacati chiedono più tempo per adeguarsi. Il presidente di Confesercenti Campania Vincenzo Schiavo (a sinistra) spiega: “Siamo a favore del vaccino, ma le attività che si poggiano su figure professionali specifiche no vax come fanno? Perdono clientela, incassi e rischiano di chiudere 5mila tra ristoranti e aziende della moda. Si trovi una soluzione. Sia chiaro: siamo a favore della campagna di vaccinazione e riteniamo utile in generale l’uso del Green Pass che sta diventando una sorta di passepartout per scongiurare la chiusura della attività commerciali. Tuttavia non può gravare sugli imprenditori la responsabilità e il peso economico del controllo del possesso del certificato de parte dei dipendenti. Il problema però ancora più grave riguarda quelle figure professionali “uniche” sulle quali si fonda l’attività specie delle piccole e medie imprese. Mi riferisco agli chef stellati e non, ai maestri artigiani, ai sarti, ai tappezzieri e ai modellatori: se, per disparati motivi, non sono vaccinati e non vogliono farlo, con la sospensione dal lavoro dei no vax l’azienda rischia di dover chiudere, perché da un giorno all’altro quel ristorante o quell’attività perde in un sol colpo cuoco o artigiano, qualità delle pietanze o dei prodotti e quindi clienti, fatturato e incassi”.

Un fenomeno che rischia di rivelarsi ampio. Basta guardare i numeri forniti dalla stesas Confesercenti: in Campania ci sono 30mila ristoranti, 7mila dei quali sono stellati. “In essi circa 2mila hanno casi di dipendenti che non si sono vaccinati. Tra essi anche gli chef e i cuochi magari formati negli anni a spese dell’azienda. Con l’obbligo che entra in vigore dal 15 ottobre che succede? Chi paga i danni e chi supporta le attività? Lo stesso vale per le attività nel mondo dell’artigianato: nella nostra regione ci sono 70mila imprese nel mondo della moda, delle calzature e della pelletteria. Quasi 20mila lamentano un analogo problema. Come si risolve? Non è possibile pensare che per un volere normativo o per una volontà altrui tali attività rischiano seriamente di chiudere. Gli imprenditori devono ovviamente provare a persuadere i propri dipendenti a sottoporsi al vaccino, ma non possono obbligarli e né possono pagare le conseguenze economiche di queste difficoltà. Almeno per 5mila attività il rischio è alto”.

Il pericolo è che a pagare il conto di scelte personali, siano le aziende. E così Schiavo chiede una riflessione: “Lo Stato metta in condizione i lavoratori di fare le proprie scelte, ma anche le imprese di non subire l’ennesimo contraccolpo economico. Un conto è sostituire un cameriere, per esempio e con il rispetto dovuto, un conto un artigiano che ha una specializzazione unica. Occorre trovare un punto di equilibrio tra l’importanza primaria di garantire la salute del dipendente e dei suoi colleghi e le necessità di una azienda di non subire contrazione di fatturato e di incassi senza avere alcune responsabilità. Confesercenti – conclude il presidente della sezione Campania e delegato per le politiche del Mezzogiorno – chiede altresì di avviare un tavolo per trovare la soluzione adeguata che non gravi economicamente sulle imprese già in ginocchio a causa della pandemia”. Anche le parti sociali chiedono una diversa attenzione per quanto riguarda i tempi. “Abbiamo chiesto a Draghi di posticipare l’entrata in vigore dell’obbligo del Green Pass almeno fino alla fine di ottobre, per dare possibilità a tutti di fare opera convincimento. In questo momento i tamponi non ci sono. Speriamo in un incontro entro venerdì – ha dichiarato in radio il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri (a destra) – Abbiamo avanzato la richiesta al presidente Draghi in tutti gli incontri che abbiamo fatto. Non so se saremo ascoltati, dal governo mi sembrano molto convinti”.

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