I Carillo-Perfetto lasciano il rione dopo la bomba davanti alla casa del ras

I Carillo Perfetto si ricompattano

NAPOLI – Una ‘paranza’ dei Carillo-Perfetto ha abbandonato le palazzine nella parte alta di via Evangelista Torricelli (lato via Cannavino) dopo la bomba carta lanciata davanti alla casa del ras Antonio Carillo. Se i nemici arrivano fin qui, vuol dire che possono colpire ovunque. E’ la loro riflessione. Non tutti hanno abbandonato il campo (meglio dire trincea). Anzi, solo una parte. Ma è il segnale che qualcosa sta mutando a Pianura. 

Gli Esposito-Marsicano-Calone si sono fatti di nuovo avanti. Dopo i ‘blitz’ delle batterie di fuoco nella loro roccaforte la settimana scorsa, hanno rialzato la testa. Gli scenari cambiano di continuo, si affrettano a dire gli investigatori.  La frammentazione è evidente. Pochi affiliati liberi: la ‘retata’ del 14 luglio con trenta arresti ha smantellato gli organigrammi. Ma chi è ancora in strada si fa sentire, cerca di presidiare le piazze di spaccio e tempestare di proiettili i bunker dei rivali. Una sorta di terrorismo psicologico nelle palazzine popolari. Così la tensione è salita. Ma non tutti i gruppi sono coinvolti allo stesso modo. Gli inquirenti negli ultimi giorni registrano scintille tra i Carillo e i Marsicano. Sono arrivati ai ferri corti più volte. Spalleggiati da una parte dai Perfetto e dall’altra dagli Esposito-Calone. Insomma la guerra riguarda tutti. Però gli inquirenti sanno che tra i Carillo e i Marsicano oggi non corre buon sangue. Per più di un motivo. 

In primis c’è un episodio accaduto un mese fa, quando uno zio di Antonio Carillo sarebbe stato aggredito in strada da un avamposto di picchiatori. Secondo le forze dell’ordine, l’obiettivo della spedizione era il cugino. Ma non trovandolo, fu pestato il padre. 

Un fatto che non è mai andato giù. E la Procura sospetta che quel raid abbia provocato una reazione rabbiosa nelle palazzine. Anche perché potrebbe essere avulso dalla logica criminale. 

Insomma un affronto. Ci lavorano gli agenti della squadra mobile e del commissariato. Di certo nel quartiere si respira aria pesante. E dal ferimento di Gaetano Antonio, detto biscotto, nulla è cambiato. Tanto che tre giorni dopo hanno sparato di nuovo in via Evangelista Torricelli. Il 19enne era stato ferito alle gambe. Gli inquirenti lo ritengono vicino agli ambienti degli Esposito-Marsicano-Calone.

Via Torricelli si è trasformata in una sorta di trincea a cielo aperto: in questa strada la coabitazione forzata fa scattare l’allarme di continuo. E proprio qui si consuma la battaglia finale.

Il ‘Cannavino’ è più vulnerabile dopi l’arresto di Antonio Carillo

Non ci sono porti sicuri nella faida di Pianura. Nel senso che sono scomparse le vecchie roccaforti dei clan. Saltata la mappa geocriminale dopo i trenta arresti il 14 luglio. Fino a quella data il rione Cannavino era una sorta di feudo per i Carillo-Perfetto. Oggi non più. E l’ultimo colpo lo ha assestato lo Stato: il 4 agosto il ras Antonio Carillo è stato rintracciato in una abitazione in via Marano-Pianura (ricercato dal giorno del blitz). 

Caduto l’ultimo muro. I Carillo-Perfetto ora sono più vulnerabili. E lo testimonia la lenta migrazione di alcuni colonnelli dalla parte alta di via Evangelista Torricelli: hanno abbandonato le storiche postazioni, per evitare le sortite degli Esposito-Marsicano-Calone. 

Non c’è la pace nel quartiere, sia chiaro. Ma anche questa è una manovra per riorganizzarsi. 

La nuova strategia della tensione: arrivano armi da guerra e ordigni

 Due faide corrono parallele in città. Senza mai incrociarsi. Se non per lo stile nei combattimenti.  Pianura e Ponticelli oggi sono fronti caldi. Nel primo caso stese e agguati. Nel secondo raid armati, ma anche ordigni.   E gli inquirenti temono un cambio di passo nella strategia criminale a Pianura. 

Sospettano che qui i clan possano imitare le cosche in lotta a Ponticelli e fare ricorso ad armi da guerra, come le bombe. L’hanno già ribattezzata la   strategia della tensione. L’altro ieri notte chi abita nella parte alta di via Evangelista Torricelli ha udito un forte boato in strada, dove c’è l’abitazione del ras Antonio Carillo (in carcere dal 4 agosto). Gli investigatori ipotizzano una bomba carta, una sorta di ordigno artigianale, come un grosso petardo. Un messaggio. I raid dinamitardi sono comuni nella faida di Ponticelli, ma non a Pianura. Ecco perché l’assalto ha fatto scattare lo stato di massima allerta. Gli inquirenti sospettano che le paranze abbiano fatto ricorso ad armi di questo genere e possano usarle nello scontro. Tra i Carillo-Perfetto e gli Esposito-Marsicano-Calone la tensione è salita alle stelle nelle ultime settimane. Le forze dell’ordine non escludono una escalation, per chiudere la partita sulla gestione delle piazze di spaccio. Una corsa contro il tempo per i clan: le devono riaprire il più in fretta possibile, sono a corto di liquidi. Ma per farlo in tutta sicurezza, devono mettere al riparo il territorio dalle sortite dei rivali. 

In pratica devono vincere la faida, per poter gestire in monopolio il traffico di stupefacenti, che qui è il principale business criminale. 

Tutto ruota intorno al mercato della droga. E’ scritto nell’ordinanza di custodia cautelare, che il 14 luglio ha smantellato i ‘quadri’ dei due clan in lotta: incassi da ventimila euro al mese.  

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