I Ros sequestrano telefono e tablet ad Andrea Cittadini, cronista di Brescia

"Da qualche tempo Brescia si è trasformata in territorio off-limits per i giornalisti d'inchiesta"

Foto LaPresse / Marco Cantile

MILANO (LaPresse)“A Brescia l’antiterrorismo (con i Ros) a caccia di chi spaccia notizie vere. È la scena assurda che si è consumata di prima mattina quando il collega Andrea Cittadini si è visto bussare alla porta da alcuni operativi del Ros. Su ordinanza del Pm di Brescia, gli sono stati sequestrati telefono e tablet. Per copiarne il contenuto ed è stato in seguito accompagnato in caserma con l’accusa di ‘istigazione a fuga di notizie’. In pratica, come dire: ‘Tu scrivi troppe notizie coperte dal segreto istruttorio'”.

Lo scrivono la Federazione nazionale della Stampa italiana, l’Associazione Lombarda dei Giornalisti e il Gruppo Cronisti Lombardi in una nota. Denunciando che “tutto ciò ricorda scenari di repressione della libertà di informazione degni di regimi totalitari o di repubblichette da Terzo Mondo”. Ed esprimendo “la loro solidarietà al collega Andrea Cittadini, e con lui alla redazione del Giornale di Brescia, e a tutti i giornalisti che operano sul territorio bresciano”.

“Da qualche tempo Brescia si è trasformata in territorio off-limits per i giornalisti d’inchiesta”

“Tutto ciò proprio da quando sono partite alcune inchieste che riguardano il mondo vicino a chi opera in Procura”, dice il presidente dell’Alg Paolo Perucchini. “Sorprende, spaventa e offende il comportamento di chi utilizza il potere d’indagine per intimidire chi fa informazione. Un comportamento inaccettabile che non può passare sotto silenzio. Colpire le fonti giornalistiche di chi fa inchieste e le pubblica è l’esempio concreto di come chi esercita il potere d’indagine si eriga a nuovo inquisitore”.

“Cercare di bloccare le fonti delle notizie vuol dire colpire al cuore il diritto all’informazione. Ci auguriamo che i vertici della magistratura si attivino immediatamente per verificare se quanto accaduto a Brescia sia coerente con lo stato di diritto che vige in Italia”.

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