Il boom Lega-Fdi in Umbria agita le acque in Fi. Carfagna: “Forza Italia deve dare un segnale di orgoglio”

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Mara Carfagna

MILANO – Il rally sovranista in Umbria agita le acque anche in Forza Italia. Mara Carfagna si toglie qualche sassolino dalla scarpa e Giovanni Toti chiede di “ricostruire la gamba moderata” della coalizione. Intanto, prosegue il dibattito nel centrodestra in vista delle prossime elezioni regionali, a partire dall’Emilia-Romagna con la Lega che ha già annunciato il lancio della candidatura di Lucia Borgonzoni.

Un nome gradito agli alleati, per carità, ma c’è chi, come Giorgia Meloni, sostiene che la scelta “dipenderà ovviamente dalle decisioni che la coalizione prenderà”. Anche nelle altre Regioni, con Fratelli d’Italia determinata a esprimere il candidato per le Marche e la Puglia, al voto nel 2020. Mentre per la Toscana il nome di Paolo Del Debbio, che si fa ultimamente, potrebbe mettere tutti d’accordo.

Insomma, puntando i fari sulla Regione guidata da Stefano Bonaccini, non resta che aspettare il prossimo incontro fra i big (al momento non in agenda), anche se sarà molto complicato convincere Matteo Salvini a desistere, visto l’avvio della macchina organizzativa per l’iniziativa del 14 novembre al PalaDozza di Bologna. Con un titolo chiaro, tra l’altro: “Basta Pd!”. E, dopo il ko largo in Umbria, il governo giallorosso potrebbe traballare un bel po’, se il centrosinistra dovesse perdere anche un’altra roccaforte.

Certo è che c’è chi nel centrodestra è tutt’altro che pronto per una nuova competizione elettorale, dopo il calo in Umbria. Vedi Forza Italia, che non è andata oltre il 5,5%. E Carfagna sferra un attacco frontale: “La classe dirigente, il quadrumvirato che oggi guida Fi, prima di inneggiare alla vittoria deve fare una presa di coscienza”. E ancora: “Forza Italia deve dare un segnale di orgoglio, deve dimostrare di esistere. Limitarsi a fare i reggicoda di Salvini non porta a nulla, perché tra la copia e l’originale gli elettori sceglieranno sempre l’originale”. Un parere che non va giù a Giorgia Meloni, secondo cui, “se c’è un altro bacino, lo devi saper rappresentare. Ti devi interrogare sul tuo posizionamento politico. L’isolazionismo di Forza Italia, secondo me, non sarebbe intelligente”.

E un altro appello in arrivo dall’ala moderata della coalizione porta la firma di Toti, leader di ‘Cambiamo!’. Con un obiettivo chiaro in testa: “Fare uno sforzo con le tante persone che vogliono far parte della metà campo del centrodestra, ma che vogliono non abdicare alla propria cultura. Credo che avere una gamba moderata sia un’operazione utile anche per Salvini e Meloni. Ed è quello a cui stiamo lavorando, aprendoci a tutti coloro che vogliono partecipare”. E, per un decano azzurro come Renato Brunetta, ora al numero uno del Carroccio tocca far nascere un “nuovo” centrodestra: “Gli tocca avviare una nuova fase. Finora Salvini è riuscito a essere il leader della Lega – sostiene il deputato -, non lo è ancora del centrodestra. Deve essere capace, come fece Berlusconi nel ’94, di federare tutte le anime della coalizione e saper costruire davvero un centrodestra plurale e con pari dignità”.

“In tutte le elezioni degli ultimi anni ha sempre vinto la squadra ed è sempre cresciuto il centrodestra, poi, se ovviamente gli italiani premiano la Lega come primo partito, non posso che esserne contento, ma si vince tutti insieme e si cresce tutti insieme”. Per Meloni, infatti, “è normale una competizione, ma è positiva”. (LaPresse)

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