Il governo va avanti, ma è Salvini a dare le carte: “Le tasse non aumenteranno”. Si accelera sul salario minimo

Il vertice di ieri sera a palazzo Chigi ha sancito una tregua tra i vicepremier dopo i dissapori della campana elettorale per le Europee

Il governo va avanti. Crisi superata, forse. Evitare l’infrazione, garantire la crescita, tagliare le tasse e creare occupazioni: sono gli obiettivi dell’esecutivo che dopo giorni di scontri hanno trovato concordi Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini.

Il vertice di ieri sera a palazzo Chigi ha sancito una tregua tra i vicepremier dopo i dissapori della campana elettorale per le Europee.

Pace fatta, almeno in superficie, ma i risultati elettorali hanno fisiologicamente messo il partito di Salvini in una posizione di vantaggio: “Non ci sarà alcuna manovra correttiva”, ha fatto sapere il capo del Carroccio. E’ il capo degli Interni a dare le carte, imbrigliando di fatto il premier e il collega grillino.

Tra le prime mosse da concretizzare c’è il salario minimo. La riunione ha decretato una accelerazione sulla misura voluta soprattutto dal Movimento 5 Stelle.

Nei prossimi giorni sarà necessario un incontro però con i tecnici del Mef e Tria per mettere a punto una strategia da adottare tesa a rendere reali i provvedimenti voluti dal governo giallo-verde ed evitare lo scontro con l’Europa.

Ritrovata l’intesa, quindi, ma restano comunque decisivi nodi da sciogliere. E tra questi ci sono i minibot. La Lega, appoggiata dal grillino Di Battista, spinge per approvarli, frenano, invece, Conte e il ministro Tria.

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