CASERTA – Le reti della pesca a strascico danneggiano il fondale marino, dove le specie native nuotano tra residui di microplastiche e gli impianti industriali sversano abusivamente tonnellate di liquami nelle acque del mare nostrum: è in pericolo il Mediterraneo che da culla della civiltà occidentale si ritrova a venire trattato come una discarica, vittima di speculatori senza scrupoli e nemici dell’ambiente.
E’ con autentico allarme che le organizzazioni ambientaliste guardano alla situazione in cui viene a trovarsi il mare Mediterraneo dove, la particolare condizione geografica, crea un vero e proprio disastro ambientale sotto gli occhi dell’Italia. Un’aggressione senza sosta quella ai danni dell’ecosistema marino. Una situazione allarmante, come evidenziato da Legambiente.
Mediterraneo sotto attacco:ogni ora 3 reati contro il mare
E’ drammatico il bilancio tracciato da Legambiente nel report Mare Monstrum. Il Mediterraneo è sotto attacco. Ogni anno vengono commessi più di 22mila reati. Una media di circa 60 al giorno, con 3 crimini registrati ogni ora. Il tutto calcolato soltanto sulla base dei reati effettivamente scoperti e delle denunce. Restano tuttavia tutti gli illeciti ‘sepolti’, che non vengono scoperti immediatamente. I danni maggiori provengono dal cemento, per la cui produzione vengono commessi il 42,9% dei reati. Le specie a rischio subiscono il 23,3% dei reati a causa della pesca di frodo.
Campania maglia nera:in 20 anni 400mila illeciti
E’ un triste primato quello destinato alla Campania, dove ogni anno vengono commessi il maggior numero di reati ai danni dell’ambiente marino. Dalla costa del Salernitano al litorale di terra di Lavoro, passando per il Golfo di Napoli: non c’è pace per le acque che bagnano la Campania Felix. Nel 2021 sono stati commessi 4.206 illeciti, il 18,9% di quelli registrati in tutta Italia. Solo nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa vengono commessi quasi la metà dei reati.
I depuratori sono Ko:l’acqua viene contaminata
Uno dei maggiori segnali d’allarme è legato ai casi d’inquinamento legati a depuratori inesistenti o non funzionanti. Gli scarichi fognari abusivi e gli sversamenti illegali di liquami e rifiuti arrivano direttamente nelle acque del Mediterraneo. Un problema particolamente radicato in Campania dove numerose sono le aziende, soprattutto di allevamento, che sversano illegalmente i liquami in mare.
Allarme microplastiche. I rifiuti finiscono in tavola
L’inquinamento da residui di microplastiche rappresenta una grossa fetta della contaminazione marina. Un problema grave in quanto i resti dei rifiuti, ingeriti dai pesci e dalle altre creature marine, arrivano direttamente sulle tavole degli italiani. Sono 1.178.000 le tonnellate di plastica accumulata e il 7% delle microplastiche globali a finire nelle acque del Mediterraneo, che rendono il Mare Nostrum uno dei mari più inquinati della Terra. La principale causa della dispersione della plastica è la cattiva gestione del ciclo dei rifiuti su terra ferma. Ogni anno si accumulano nel Mediterraneo almeno 229 mila tonnellate di plastica ogni anno, equivalenti a più di 500 container al giorno. Una quantità che potrebbe raddoppiare entro il 2040, se non saranno presi provvedimenti seri.
Sfruttamento selvaggio. I fondali vengono saccheggiati
A danneggiare l’ecosistema c’è poi lo sfruttamento indiscriminato delle risorse marine. Dalla pesca a strascico, fortemente dannosa per il fondale. Allo stesso modo anche le trivellazioni di gas e petrolio mettono in pericolo l’ambiente, uccidendo le specie autoctone e distruggendo irreparabilmente l’habitat del Mediterraneo e la salute degli italiani.
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