Il padre dell’ex boss Martino investito e ucciso da un’auto

L’automobilista che ha travolto il padre dell'ex boss si è fermato ed ha cercato di prestare soccorso all’anziano investito. Inutile l’arrivo dei sanitari del 118; non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso e informare dell’accaduto i carabinieri

MADDALONI – E’ stato investito ieri sera a Montedecoro in via Appia da una Lancia Y. Luigi Martino, 74 anni compiuti, di Maddaloni, è spirato sul colpo. Alla guida della vettura c’era un giovane, guardia giurata, di Maddaloni.

L’automobilista si è fermato ed ha cercato di prestare soccorso all’anziano investito. Inutile l’arrivo dei sanitari del 118; non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso e informare dell’accaduto i carabinieri.

Sul posto sono poi giunti i militari dell’Arma della Compagnia di Maddaloni. I carabinieri della Radiomobile coordinati dal tenente Vittorio Palmiero hanno proceduto ai rilievi del caso. Sequestrata la vettura. Il sostituto procuratore della Procura della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha disposto anche il sequestro del cadavere di Martino che è stato successivamente trasferito presso l’Istituto di Medicina Legale dell’ospedale di Caserta.  La guardia giurata invece che si trovava alla guida dell’utilitaria è stata sottoposta ai test tossicologici.

La sua posizione è al vaglio per l’applicazione di eventuali misure cautelari. Fino ad ieri a mezzanotte era indagato a piede libero per omicidio stradale. Luigi Martino avrebbe compiuto 75 anni il prossimo mese di maggio. Era il padre di Nicola Martino, detto ‘a pichescia, prima boss del clan Farina di Maddaloni e da qualche anno collaboratore di giustizia. Luigi Martino fu arrestato e poi scarcerato il 3 dicembre del 2014 in un’inchiesta in cui furono coinvolti anche i figli. Condannato in primo grado l’anziano era in attesa della conclusione del processo in Appello. Accusato di estorsioni per la camorra fu coinvolto nell’inchiesta sulla costola dei Belforte di Maddaloni che avrebbe messo le mani anche sui lavori per la costruzione di un edificio sacro.

A due imputati di quel procedimento viene contestata una tangente ad un imprenditore impegnato nelle opere finanziate dalla Cei. Nel corso delle attività furono infatti accertate richieste estorsive anche alla società impegnata nella costruzione di un complesso parrocchiale adiacente alla Chiesa in via Padre Pio di Maddaloni.

Gli accertamenti successivi consentirono di verificare la richiesta di denaro per i lavori, commissionati dalla Curia di Caserta. In particolare a Luigi Martino furono contestati una estorsione ad un imprenditore agricolo avvenuta a Maddaloni il 31 dicembre del 2010 e una estorsione ai danni di alcuni fratelli proprietari di una ditta di movimento terra, sempre il 31 dicembre del 2010. Gli accertamenti documentali compiuti nelle successive indagini nella stessa inchiesta consentirono di verificare che il gruppo dei Belforte di Maddaloni di verificare che il 15 giugno 2007, a seguito di gara d’appalto, erano stati affidati dal  Comune di Valle di Maddaloni i lavori per la riqualificazione della rete fognaria comunale e allacciamento al depuratore, lavori dell’importo di 735mila euro.

Il 22 novembre, a seguito della relativa gara d’appalto,era stato poi stipulato tra il Comune ed un imprenditore il contratto per la realizzazione della rete fognaria in via degli Archi, lavori dell’importo di 420mila euro. I lavori sono poi iniziati il 2 gennaio 2008 per essere ultimati 1′ 1 ottobre 2010. Il titolare della azienda che si era aggiudicata la realizzazione di un tratto della rete fognaria di Valle di Maddaloni furono sottoposti ad estorsione.

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