Il pentito: “Canciello a casa del ras Della Corte”

Ferdinando Del Gaudio

FRATTAMAGGIORE Non solo il teverolese Nicola Improda. A parlare agli inquirenti delle presunte estorsioni organizzate dagli esponenti del clan dei Casalesi ai danni degli imprenditori Canciello, di Frattamaggiore, patron della Marican, è stato anche un nuovo pentito di mafia. Chi è? Il sammaritano Ferdinando Del Gaudio. E a differenza di Improda, che dopo poco aver intrapreso il percorso di collaborazione di giustizia ha fatto dietrofront, Del Gaudio sta continuando ad aiutare i magistrati della Dda di Napoli nelle indagini.

La testimonianza

“Con riferimento alle estorsioni Marican, posso affermare che hanno sempre pagato – ha dichiarato il sammaritano al pm Graziella Arlomede il 28 settembre 2021 -. Si tratta di quei grossi imprenditori che hanno direttamente contatti con ‘loro’, intendo i vertici, e quindi nel caso in esame prima Corrado De Luca (di San Cipriano d’Aversa) e poi Della Corte (Giovanni detto ‘Cucchione’, ndr) hanno ricevuto i proventi di un’imposizione assai risalente negli anni. Per quanto a mia conoscenza, c’era uno che lavorava per la Marican, che era di Capodrise o di Marcianise, incaricato di fare da tramite tra il clan e gli imprenditori. Per quanto a mia conoscenza, questi non era un affiliato, ma delegato alla consegna del denaro nelle mani di Della Corte e prima di lui di De Luca. Il rateo estorsivo si aggirava tra i 10 ed i 15mila euro per capannone. Sono a conoscenza di tali vicende, mi riferisco alle estorsioni Marican, per averne parlato con lo stesso Della Corte e per essere stato presente in qualche circostanza nella quale è stato consegnato il denaro”.

L’interrogatorio

Al collaboratore, durante l’interrogatorio, sono state mostrate le foto dei fratelli Ferdinando e Michele Canciello e del cognato, Pasquale Barra. E il pentito al pm Arlomede ha detto che i volti raffigurati in quegli scatti erano di persone che aveva visto proprio a casa di Della Corte “e mi sembrano (riferendosi, però, solo a Ferdinando e a Barra, ndr) tra quelli che gli portavano i soldi”. Le dichiarazioni sul pizzo subito dai Canciello, che con la loro Marican hanno realizzato numerosi capannoni nella zona Asi tra Carinaro, Teverola, Gricignano e Marcianise, sono tra gli atti di indagine che hanno portato la Dda a chiedere ed ottenere l’arresto (a novembre) di Della Corte e di altri 36 persone, tutte coinvolte nell’attività tesa a colpire le recenti azioni criminali messe in piedi dai gruppi Schiavone e Bidognetti.

Gli scenari

I Canciello, per quanto ci risulta, vengono indicate dalla Procura come vittime di estorsione e non risultano indagate (come non risulta indagato Barra). I patron della Marican ai magistrati della Dda, nel 2021, hanno detto di non aver mai ricevuto richieste estorsive. Quando abbiamo contattato Michele Canciello per farlo replicare ad altre dichiarazioni che aveva reso sulla Marican Improda, ha ribadito di non aver mai “ricevuto avuto minacce”. “Cerchiamo di stare lontano da qualsiasi deviazione – aggiunse -. Siamo una famiglia perbene”.
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