Il piano Meloni per la Spagna è fallito (miseramente)

Sfida audace di Giorgia Meloni: unire Italia e Spagna per portare il Nazionalismo a Bruxelles

Giorgia Meloni / Foto Cecilia Fabiano/LaPresse

Il piano Meloni (Spanish Edition)

Un piano audace per contrastare l’influenza dei liberali francesi e dei socialisti tedeschi e portare il nazionalismo direttamente all’interno del Consiglio Europeo, quello ideato da Giorgia Meloni: unire le forze tra Italia e Spagna. L’obiettivo di questo ambizioso piano era sfruttare l’onda nazionalista e alterare gli equilibri politici in vista delle elezioni europee del 2024.

La mossa di Meloni aveva, naturalmente, un duplice intento: dimostrare che ciò che sembrava impossibile poteva diventare realtà e che una coalizione di popolari e conservatori poteva diventare maggioritaria. Un esempio di questa combinazione politica era già presente a Roma, dove, oltre al suo partito, la Lega, una forza di destra ancor più radicale rispetto alla destra post-Missina, aveva un ruolo governativo. Meloni puntava a replicare questa alleanza anche a Madrid, per dimostrare a tutto il continente che tale schema politico era attuabile anche a Bruxelles, all’interno del Parlamento Europeo.

Cosa è successo in Spagna

La Spagna si trova in una situazione politica incerta dopo le elezioni politiche, con nessun partito che ha ottenuto la maggioranza assoluta. Il Partito Popolare ha vinto le elezioni, ma non ha abbastanza seggi per formare un governo senza il sostegno di altre forze politiche. Anche l’altro grande partito, il Partito Socialista guidato dal premier uscente Pedro Sanchez, non ha raggiunto la maggioranza assoluta.

Le elezioni hanno visto anche una significativa perdita di voti per Vox, il partito di estrema destra che era stato al centro dell’attenzione durante la campagna elettorale. Tuttavia, nonostante la sua sconfitta elettorale, Vox potrebbe ancora giocare un ruolo chiave nella formazione di un governo, poiché il suo sostegno potrebbe essere necessario per raggiungere la maggioranza parlamentare.

Cosa succederà ora

Il vero dilemma per il re Felipe VI è decidere a chi affidare il mandato di formare un nuovo governo. Ci sono tre possibili scenari che potrebbero svolgersi nei prossimi giorni:

  1. Mandato al leader del Partito Popolare: Il re potrebbe conferire il mandato di formare un nuovo governo ad Alberto Nunez Fejiòo, il leader del Partito Popolare. Tuttavia, senza la maggioranza parlamentare, il Partito Popolare dovrà cercare alleanze con altre forze politiche, come Vox. Questo potrebbe creare tensioni e ostacolare la stabilità politica del paese.
  2. Mandato al premier uscente: Un altro scenario possibile è che il re conferisca il mandato al premier uscente Pedro Sanchez del Partito Socialista. Tuttavia, senza il sostegno degli indipendentisti baschi e catalani, sarà difficile per Sanchez ottenere una maggioranza parlamentare. Questo potrebbe portare a un’instabilità continua e ad altre elezioni anticipate.
  3. Nuove elezioni: Se nessun partito riesce a ottenere il sostegno sufficiente per formare un governo, la Spagna potrebbe dover affrontare nuove elezioni in inverno. Questo scenario sarebbe l’ultima opzione, poiché il paese avrebbe bisogno di una stabilità politica che possa affrontare le sfide interne ed esterne.

In ogni caso, la situazione politica della Spagna è complessa e riflette una crescente polarizzazione all’interno del paese. La lotta tra destra e sinistra, unita alle tensioni tra laicisti e cattolici, ha contribuito a questo risultato elettorale incerto. Inoltre, la paura di Vox ha giocato un ruolo nella formazione dell’attuale panorama politico.

Risultato delle Elezioni generali in Spagna 2023

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