Ilva, al tavolo 62 sigle. Il sindaco di Taranto si sfila. Di Maio: “Non è club privato”

Parte in salita il tavolo convocato dal ministro Luigi Di Maio al Mise sulla questione Ilva

Stabilimento siderurgico dell'Ilva a Taranto
Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

ROMA (Donatella Di Nitto – LaPresse) – Ilva, al tavolo 62 sigle. Il sindaco di Taranto si sfila. Di Maio: “Non è club privato”. Parte in salita il tavolo convocato dal ministro Luigi Di Maio al Mise sulla questione Ilva. A sfilarsi, dando forfait, è il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che contesta al ministro di avere coinvolto e invitato “una serie di sigle pseudo associative e comitati, tra cui quelle delle aggressioni in Prefettura nel giorno dell’ultimo tragico incidente nello stabilimento”. Il primo cittadino non ha remore e accusa il governo di “dilettantismo spaccone, che il Ministro Di Maio ci spaccerà sicuramente per trasparenza e democrazia, ma in realtà è solo una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio”.

Il vicepremier parla della questione Ilva, non facendo attendere la sua risposta

La replica del vicepremier e titolare dello Sviluppo economico non si fa attendere: “Il tavolo sull’Ilva di domani è stato convocato perché Arcelor Mittal ha chiesto di poter illustrare a tutti gli stakeholder le proprie proposte. Per me hanno diritto a partecipare tutte le rappresentanze dei cittadini coinvolti, incluse le associazioni e i comitati che in questi anni hanno svolto un ruolo essenziale. Ed è per questo che li ho invitati”. Poi l’affondo: “Il tavolo non è stato convocato per trasformarsi in un club privato dove si discute nell’oscurità. Tutto deve essere trasparente perché tutti devono prendersi le responsabilità di ciò che propongono. Stiamo parlando del futuro di migliaia di cittadini e lavoratori, chi preferisce può liberamente scegliere di non partecipare. Da Ministro lo accetto, ma ne trarrò le dovute conseguenze”.

Un tavolo allargato con 62 sigle

Il tavolo allargato, che conterà circa 62 sigle, tra cui anche quelle minoritarie e poco rappresentative, non è stato gradito neanche a Arcelor Mittal, che in una lettera inviata al Mise ha sottolineato di non essere stata informata di questa decisione. L’azienda resta però disponibile al dialogo, anche se confida anche in una maggiore “condivisione” del percorso. L’auspicio inoltre è che al tavolo si siedano anche il ministero dell’Ambiente e i tecnici del Mise che hanno lavorato alla controproposta.

La gestione del caso Ilva scatena le opposizioni

La gestione del caso Ilva scatena le opposizioni. La dem Teresa Bellanova, scrive direttamente a Di Maio e gli consiglia: “Al posto di distribuire falsità e montare sceneggiate penose e fasulle su AirforceRenzi dicendo che è costato 76mila euro al giorno: che ne dici, vuoi occuparti di Ilva che perde 1milione di euro al giorno, 30milioni al mese? O ti si chiede di studiare troppo?”. “Per come si stanno mettendo le cose, salvo colpi di scena, domani il governo chiuderà Ilva – profetizza Mara Carfagna di Forza Italia – Continuando così la più grande acciaieria d’Europa non potrà essere trasformata nemmeno in un luna park come voleva Beppe Grillo. Tutto il Sud pagherebbe un prezzo altissimo in termini di posti di lavoro e di sviluppo per questa decisione sbagliata di Luigi Di Maio”.

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