In Cina il Covid è di nuovo un incubo, panico e restrizioni

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse Laboratorio per l'analisi dei tamponi Covid nel Campus Biomedico Nella foto : personale medico al lavoro sui macchinari per analizzare i tamponi

PECHINO – In Cina pandemia in aumento e, vista la situazione di estrema criticità dovuta anche all’allentamento delle restrizioni chieste a gran voce dalla popolazione mediante proteste e manifestazioni al grido “Zero covid”, è partita nel Paese “una nuova campagna sanitaria più mirata”. Solo a giugno, infatti, era stata ridotta la durata della quarantena obbligatoria da 21 a 10 giorni per chi giungeva nel Paese con l’isolamento portato a soli cinque giorni negli appositi hotel più altri tre giorni al proprio domicilio.

La criticità

In queste ora bisogna far fronte alla carenza di farmaci ed una Sanità al collasso per un enorme richiesta di ricoveri in maggioranza anziani e non vaccinati. Anche i forni crematori hanno difficoltà a smaltire la grande quantità di cadaveri. Ecco perché il Governo ha deciso di tornare sui suoi passi e cambiare le direttive temendo di non poter più controllare la situazione. Secondo gli esperti, in Cina “si rischia un milione di morti” anche in virtù del prossimo Capodanno cinese del 21 gennaio con milioni di persone che viaggeranno di lavoratori migranti che ritorneranno alle loro famiglie per l’occorrenza.

Perdita del controllo

La situazione rischia di sfuggire di mano in merito alla reale quantità di contagi registrati dopo chela Commissione sanitaria nazionale ha annunciato che “non pubblicherà più i dati giornalieri sui casi e sui decessi” in quanto “impossibile per il sistema tracciare il numero di nuovi infetti anche a causa della grande diffusione dei tamponi fai da te il cui risultato raramente viene denunciato”.

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