Incendi, brucia Pescara: scuola in fiamme e bagnanti in fuga, 5 feriti. Draghi firma il Dpcm per la Sicilia

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Mario Draghi

MILANO – Gli incendi non hanno messo in ginocchio soltanto la Sicilia, ma è drammma a Pescara. Le fiamme hanno colpito soprattutto la zona sud della città, inclusi diversi ettari della pineta Dannunziana, una riserva naturale. Sono cinque i feriti, tra cui una bambina e due suore. Tre delle persone portate in ospedale stavano cercando di spegnere i roghi in giardino. Dieci intossicati accertati. Anche la spiaggia è stata evacuata, dieci gli stabilimenti balneari distrutti.

Diversi bagnanti in fuga, una colonna di fumo alta diversi metri ha spaventato le persone sotto l’ombrellone. Tra le strutture evacuate, ci sono anche un convento di suore e una struttura con 40 disabili. Le fiamme hanno avvolto anche la scuola media ‘Benedetto Croce’. La procura di Pescara ha aperto un fascicolo per incendio colposo. Sono stati trovati tre inneschi in tre punti diversi: l’ipotesi più accreditata è che l’incendio sia di matrice dolosa.

Il fronte del fuoco si è poi spostato dalla zona sud della città alla collina San Silvestro e all’area di Colle Breccia. Sono intervenuti anche i militari del reggimento Alpini de L’Aquila. In azione un canadair e due elicotteri. L’incendio è ancora in corso, i vigili del fuoco e i volontari stanno facendo fatica a spegnerlo. Ma i roghi non hanno riguardato soltanto la provincia di Pescara, la più in difficoltà.

L’incendio “ha colpito in un momento in cui le spiagge erano piene. Poi è arrivato il fuoco all’improvviso. È partito vicino al mare ma mai si poteva pensare che potesse arrivare lungo la spiaggia. La scuola media ‘Benedetto Croce’ è andata in fiamme, però ovviamente non c’era nessuno. Un’autodemolizioni, in prossimità del cavalcavia, al villaggio Alcyone”, epicentro del primo rogo, “è tutta bruciata, incluse le autovetture. Ci sono state diverse esplosioni, perché c’erano macchine a Gpl e con la benzina dentro”, racconta a LaPresse il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Zaffiri, che ha preso parte a un vertice in prefettura con i sindaci della zona e il governatore Marco Marsilio, in costante contatto con il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. “Una struttura con 40 disabili è stata sfiorata dalle fiamme. Sono stati evacuati e stanno bene. Hanno respirato un po’ di fumo, perché era denso”, aggiunge Zaffiri.

Le fiamme hanno avvolto anche il Teramano, con diversi interventi dei vigili del fuoco e 60 persone evacuate a Montorio al Vomano. Anche altre zone dell’Abruzzo coinvolte degli incendi, tra cui Farindola, in provincia di Pescara, dove sono stati evacuati alcuni residenti. Roghi pure in provincia di Chieti, tra San Vito, Fossacesia, Rocca San Giovanni e Francavilla al Mare, inclusa la frazione di Pretaro, e ad Avezzano, nell’Aquilano.

Se c’è un centinaio di fronti di fuoco in Calabria, è ancora allerta in Sicilia, dove sono oltre 800 i vigili del fuoco in azione, soprattutto, nel Catanese e nel Messinese. Volontari sono arrivati anche da altre regioni. Dopo la richiesta avanzata dal governatore Nello Musumeci, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha firmato il Dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del sistema di protezione civile.

Il Dipartimento “è dunque al lavoro per coordinare l’invio di volontari, delle organizzazioni nazionali e delle colonne mobili regionali, che opereranno a supporto delle attività di spegnimento dei roghi”. Sono state 43 le richieste di intervento aereo arrivate alla Protezione civile in giornata, dieci soltanto dalla Sicilia. (LaPresse)

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