Inchiesta Open, Renzi: “Non chiederò l’immunità. La Giunta del Senato lo convoca il 24 novembre

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Matteo Renzi

ROMA“Io non chiederò l’immunità”. A poche ore dall’arrivo nella giunta delle immunità parlamentari del Senato del dossier relativo all’inchiesta Open, Matteo Renzi (che sarà ascoltato dai commissari guidati da Maurizio Gasparri il 24 novembre alle 16) esce allo scoperto, aggiungendo che “anzi, quando mai arriveremo in Aula a votare per l’acquisizione del materiale, io voterò a favore”. Cosa che però non gli impedirà di andare “in tutte le sedi a vedere se qualcuno ha violato le leggi. Per me è uno scandalo e se qualcuno non ha fatto le cose per bene deve pagare”.

La presa di posizione del leader di Italia Viva non placa tuttavia il botta e risposta a distanza col Movimento 5 Stelle e col suo presidente Giuseppe Conte. Quest’ultimo, dopo aver liquidato senza troppi giri di parole l’invito al confronto tv partito dal senatore di Rignano (“Io non faccio show, parliamo di cose serie”), è attaccato ancora una volta da Renzi: “Conte è uno che scappa. E’ l’uomo più veloce a scappare nella storia, quando hanno distribuito il coraggio era in quarantena, ha il coraggio del coniglio mannaro”.

Lo scontro tra 5S e Iv va in scena anche nell’aula del Senato con la neo capogruppo grillina, Mariolina Castellone, che parla della “vicenda con contorni opachi e certamente poco trasparenti che chiama in causa esponenti politici di rilievo e si inserisce nell’ambito dell’inchiesta sulla fondazione Open”. Castellone prima ricorda che negli atti si prospetta “un dossieraggio ai danni del M5S e di suoi esponenti di rilievo”, e poi si dice stupita per “il silenzio totale” delle altre forze politiche sul questo tema.

“Non una parola di biasimo, non un richiesta di chiarimenti, non una cenno di solidarietà nei nostri confronti e dei colleghi che sembrano essere stati oggetto di quel dossieraggio – attacca Castellone -. Un silenzio che sta diventando imbarazzante”. La capogruppo 5S esorta quindi il leader di Iv a non fare richiesta di immunità (“del resto, era lo stesso senatore che qualche anno fa si diceva contrario”) e prosegue tirando in ballo “i lauti compensi come conferenziere che Renzi pare ricevere da soggetti italiani e internazionali” per chiedere di adottare un codice di condotta per i senatori come fatto già alla Camera.

“Serve un segnale chiaro al Paese”, aggiunge sollecitando anche una legge sul conflitto di interessi: “Dimostriamo che la politica e il Parlamento hanno la forza e la volontà di rimuovere le opacità e le zone grigie di cui è incrostato il nostro paese”. L’intervento della Castellone scatena l’immediata replica del presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, che ritiene “abbastanza ridicolo” il fatto che il M5S chieda solidarietà “per aver subito tutto quello che ha fatto in questi anni a tutti noi” con “i social utilizzati come manganelli”.

“Tutte le forze politiche, di destra e di sinistra – evidenzia – hanno subito la creazione di profili falsi su Facebook da parte del M5S per insultare. Abbiamo subito fake news organizzate dal Movimento e dalla piattaforma Rousseau per insultare FI, Lega, Fdi, Pd, Iv. Nella storia della Repubblica italiana l’unico movimento che si è accresciuto con l’uso del manganello mediatico si chiama M5S”. Faraone conclude quindi ricordando che “abbiamo chiesto, col voto contrario del M5s, di approfondire cosa è successo con De Donno, con il Venezuela, con i ventilatori polmonari. Temi su cui il M5S non dice una parola, su quello stanno zitti”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome