Incidenti lavoro: Anmil, quasi 3 vittime al giorno. Mattarella: “Inaccettabile”

Ogni giorno in Italia circa tre persone escono per andare a lavorare e non fanno più ritorno a casa.

Foto Francesco Ammendola / Ufficio Stampa Quirinale / LaPresse in foto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Ogni giorno in Italia circa tre persone escono per andare a lavorare e non fanno più ritorno a casa. E’ quanto emerge dalle statistiche diffuse dall’Anmil presentate oggi a Fiume Veneto (Pordenone) in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Secondo le tabelle, elaborate sulla base dei numeri Inail, nei primi 8 mesi dell’anno, le ‘morti bianche’ sono state 677, una media quindi di quasi 3 vittime al giorno. Nello stesso periodo del 2021 le morti bianche furono 772: si è quindi registrato un calo del 12,3% ma a pesare è anche l’impatto della pandemia di Covid. In totale, gli infortuni denunciati nel periodo gennaio-agosto 2022 sono 484.561, che fanno segnare un +38,7% rispetto ai 349.449 dello stesso periodo del 2021.

Numeri che parlano da soli. “Allarmanti, drammatici”, li definisce il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Raccontano storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia. Persone che si appellano alle istituzioni, ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona”, prosegue il Capo dello Stato che ammonisce: “Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita”. Anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando interviene e avverte: “Anche se il dato statistico risulta in calo, non possiamo rassegnarci ad una logica quasi di assuefazione alle continue notizie di incidenti”.

“La sicurezza nei luoghi di lavoro – lamenta il presidente nazionale Anmil, Zoello Forni – non è stata una priorità per le forze politiche che si sono candidate a governare il nostro Paese: riferimenti alla sicurezza nei luoghi di lavoro scarsi e poco concreti, eccetto qualche raro proclama e nessuna strategia per dare una svolta a questo dramma ben noto. E questo – sottolinea – nonostante il tempestivo appello che abbiamo indirizzato ai principali leader politici all’indomani della crisi di governo, con l’obiettivo di stimolare una riflessione e l’assunzione di un impegno per il futuro, anche mettendoci a disposizione per un confronto. Oggi vogliamo rivolgerci al Parlamento che sta per insediarsi e al Governo che sta nascendo: la sicurezza dei nostri lavoratori deve tornare ad essere una priorità per il nostro Paese, dobbiamo fermare a tutti i costi la strage che si sta consumando sotto i nostri occhi. Questa nuova legislatura ci dà la possibilità di iniziare un nuovo capitolo, forse nel momento in cui ce n’è più bisogno, ma abbiamo il dovere di agire subito”.

di Giusi Brega

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