Infermiera presa a pugni da un detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

La dipendente Asl stava applicando la flebo all’uomo che l’ha colpita senza motivo. La Cisl lancia l’allarme e chiede all’azienda sanitaria e all’amministrazione penitenziaria di convocare un tavolo per la sicurezza

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace

Ennesimo atto di violenza alla casa circondariale “Uccella”. Domenica scorsa un’infermiera dell’Asl è stata colpita con un pugno al volto da un detenuto mentre gli applicava una flebo e ha dovuto fare ricorso alle cure dei colleghi. A diffondere la notizia dell’aggressione è la Cisl di categoria, nelle persone dei due esponenti della Funzione pubblica Nicola Cristiani e Franco Della Rocca. “Il personale scarseggia – spiega Cristiani – ma i detenuti vogliono che la terapia venga praticata nell’orario esatto e ne nascono battibecchi continui fra reclusi e operatori sanitari. Siamo contro gli accorpamenti delle strutture e per questo chiediamo un incontro all’Asl e all’amministrazione penitenziaria per concordare percorsi di sicurezza”.
“Gli operatori sono stressati, non ce la fanno più e dopo l’ultima aggressione alle cronache chiederanno una rotazione del personale con richiesta di trasferimento in caso di mancato intervento da parte delle amministrazioni preposte” hanno dichiarato i due sindacalisti, aggiungendo che “i sanitari sono abbandonati, ospiti nelle strutture carcerarie in cui lavorano e spesso sono
costretti ad operare in situazioni di disagio e senza alcuna protezione”.
Della Rocca e Cristiani, insieme ai segretari territoriali, scrivono al Prefetto di Caserta, al direttore generale Asl Caserta, al Provveditorato Campania dell’Amministrazione penitenziaria, al direttore sanitario dell’Asl Caserta e al direttore del reparto di
Tutela Salute in Carcere Asl Caserta e fanno richiesta di convocazione di un tavolo per la sicurezza degli operatori.
Il carcere, scrive la Cisl, “sta attraversando particolari momenti di difficoltà e di rilevanza mediatica a causa dei ben noti fatti di cronaca giudiziaria di questi mesi. Dobbiamo dire che questa aggressione, purtroppo, non ci ha sorpresi minimamente, siamo impegnati da mesi a denunciare le difficili condizioni in cui operano i sanitari che si occupano di salute all’interno delle
Carceri in provincia di Caserta. Appena venerdì scorso abbiamo avuto l’ennesimo incontro con il direttore Sanitario della Asl di Caserta e il Direttore dell’unità operativa Tutela Salute in Carcere, nel quale abbiamo ribadito che il personale sanitario, sia del Comparto che della Dirigenza, è insufficiente”.
Secondo il sindacato, “le strutture in cui operano i sanitari non garantiscono la sicurezza e il normale operato dei professionisti. I locali di stazionamento sono inidonei e il clima organizzativo è pessimo. Tutte condizioni, queste ultime, che favoriscono la nascita di tensioni e malumori tra il personale sanitario e i detenuti. A causa di queste inefficienze, i detenuti si vedono negare azioni di assistenza, cura, riabilitazione e rieducazione. Mentre, i pochi operatori sanitari presenti, sono costretti a farsi carico di molteplici
esigenze e richieste sia di tipo sanitario che sociale, il più delle volte soddisfatte con grossa difficoltà”.

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