Istanza accolta, amministratore della Imat torna a Castelvolturno

Decade il divieto di dimora in provincia di Caserta per il capitano Rosario Trapanese

Rosario Trapanese

CASTELVOLTURNO – Il capitano Rosario Trapanese, amministratore unico e direttore didattico della Imat, (Italian Academy Technologic Maritime) – una delle più importanti scuole di navigazione d’Europa – è tornato a Castel Volturno per riprendere le sue mansioni. Accolta la richiesta dei suoi legali, gli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo, i quali hanno ottenuto il parere favorevole dei pm titolari dell’inchiesta, Vincenzo Quaranta e Giacomo Urbano. Il provvedimento è a firma dello stesso giudice, Alessandra Grammatica, che aveva disposto il divieto di dimora in provincia di Caserta del capitano Trapanese nel corso dell’adozione di numerose misure restrittive nei confronti di dirigenti e impiegati del Comune di Castel Volturno. Si tratta di dipendenti dell’Ufficio Tecnico e dell’Ufficio della Polizia Locale. L’istanza degli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo venne avanzata immediatamente alla fine del lunghissimo interrogatorio di garanzia cui venne sottoposto Trapanese dinanzi al gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ed alla presenza dei due pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, Quaranta e Urbano. Con viva soddisfazione hanno appreso la notizia del ritorno in sede e della ripresa dell’attività, stamane, il personale della Imat e tutti i corsisti. La Imat è un polo di eccellenza nel settore della formazione dei marittimi e dei naviganti. Dà lavoro a oltre 1000 persone ed è titolare di contratti con le più prestigiose compagnie di navigazione e con i più importanti armatori del mondo. La vicenda in cui è rimasto coinvolto il capitano è quella relativa al presunto giro di tangenti nell’ufficio tecnico e nell’ufficio Polizia Locale del Comune di Castel Volturno e per la quale sono stati arrestati, qualche giorno fa, i dirigenti e funzionari del Comune di Castelvolturno Carmine Noviello, Luigi Cassandra, Antonio Di Bona, Giuseppe Russo, Giuseppe Verazzo e Francesco Morrone.

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