Italia-Francia, segnali di ‘disgelo’. Di Maio vuole incontrare presto Le Drian

Foto Filippo Monteforte / AFP in foto Luigi Di Maio

MILANO – Prove tecniche di ‘disgelo’ tra Italia e Francia. Dopo mesi di scontri, dichiarazioni al vetriolo e controrepliche piccate, Parigi tende la mano e Roma, stavolta, prova a stringerla. Un segnale di discontinuità del nuovo governo anche in politica estera, che arriva direttamente dalla Farnesina, nuova sede di lavoro del capo politico M5S, Luigi Di Maio.

Ad aprire il canale di dialogo è il ministro degli Esteri francese

Jean-Yves Le Drian ha preso carta e penna per scrivere al neo responsabile della diplomazia italiana un ‘messaggio di pace’, sperando che possano nascere “relazioni più costruttive” tra due Paesi fondatori dell’Ue. “Questo nuovo governo sembra oggi più aperto nella sua dimensione europea, più determinato ad avere con la Francia delle relazioni positive, più aperto anche all’attuazione di dispositivi condivisi sull’immigrazione, siamo pronti a parlarne”, ha spiegato ai microfoni di ‘Europe1’, racconta le sue prime impressioni.

Un’apertura di credito che l’ex vicepremier non si è lasciato sfuggire, facendo sapere di essere intenzionato ad avere presto un incontro con il collega transalpino. Nelle intenzioni del ministro degli Esteri c’è la volontà di affrontare in maniera costruttiva i temi dell’agenda politica Ue e internazionale. Un passo avanti notevole, soprattutto ricordando il momento di fortissima tensione tra i due Paesi quando proprio Di Maio, accompagnato da Alessandro Di Battista, incontrò i Gilet gialli per capire se c’era spazio politico per un accordo alle elezioni europee, facendo infuriare il governo di Parigi che richiamò addirittura l’ambasciatore a Parigi per consultazioni.

L’intesa naufragò prima ancora di prendere il largo, dopo alcune dichirazioni ‘bellicose’ di uno dei suoi leader. Allo stesso modo, però, vanno ricordate le bordate del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, all’indirizzo del nostro Paese sulla gestione dei flussi migratori, quando ancora erano nell’alveo della direzione di Matteo Salvini. Senza dimenticare la storia recente, quando è stato Di Maio a colpire Parigi sul tema della Tav, definendola in estate “un regalo a Macron”.

La situazione politica in Italia è poi precipitata subito dopo il voto in Senato sulla Torino-Lione, con una crisi che ha portato alla fine del ‘contratto’ tra M5S e Lega e all’accordo con il Pd. Che per ora sembra produrre segnali di discontinuità dal recente passato, anche se Italia e Francia hanno ancora un bel po’ di strada da fare. (LaPresse)

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