Juve a due facce: Kean firma il successo contro l’Empoli, ma che fatica

Foto LaPresse - Fabio Ferrari in foto Miralem Pjanic

TORINO – Una Juventus in versione Giano bifronte regola l’Empoli e riparte dopo lo scivolone con il Genoa. Senza l’infortunato Ronaldo, a vestire i panni del Re Mida, tanto per restare in tema mitologico, ci pensa Moise Kean: è lui a regalare a Massimiliano Allegri la prima delle cinque vittorie che il tecnico indica necessarie per lo scudetto.

Ma è un 1-0 sofferto: a centrare i tre punti ai bianconeri basta giocare la ripresa

Dopo un primo tempo opaco, la Juve si sveglia nel secondo, dove prende il controllo della manovra e il ragazzo del 2000 la scena, andando a segno dopo tre minuti dal suo ingresso. Successo che permette alla Signora di volare a +18 sul Napoli, atteso domani in casa della Roma. La squadra di Andreazzoli tiene testa e impensierisce alla capolista per i primi 45′, uscendo a testa alta dall’Allianz Stadium. Ma è un ko che può complicare i piani salvezza.

Già privo di Ronaldo, Allegri perde all’ultimo anche Dybala, costretto al forfait per un piccolo risentimento muscolare nel riscaldamento. Per questo il tecnico bianconero rivede il programmato 4-3-3, inserendo Bentancur a centrocampo e i soli Bernardeschi e Mandzukic in avanti.

In difesa rifiata Bonucci, che si accomoda in panchina, con Rugani, freschissimo di rinnovo, a fare coppia con Chiellini. Farias-Caputo è il tandem d’attacco dell’Empoli, che in difesa schiera Veseli al posto dello squalificato Silvestre. E’ una Juve con il freno a mano tirato quella dei primi 45′ e gli ordinatissimi toscani, reduci dal fondamentale successo con il Frosinone, provano ad approfittarne.

Non solo trincea per la banda Andreazzoli, ma anche prontezza nel ripartire

Il primo brivido della sfida lo creano proprio gli ospiti, con un tentativo dal limite di Krunic che manca il bersaglio davvero di poco. Manovra macchinosa e ritmi blandi per i bianconeri che pare non intendano dannarsi l’anima. Idee e voglia scarseggiano nelle file di casa, a differenza che in quelle dei vivaci toscani. La nota lieta per Allegri si cela in difesa, dove Rugani non sbaglia una chiusura.

Superata la mezz’ora, Mandzukic prova a suonare la sveglia, schiacciando in torsione sul cross di Matuidi: prova riflesso superata per l’attentissimo Dragowski. E’ l’unica palla gol della Juventus nella prima frazione. Il brividissimo non scalfisce la squadra di Andreazzoli che anzi, poco dopo, si rende minacciosa ancora con un diagonale da fuori scagliato da Krunic che lambisce il palo alla destra di Szczesny.

Il pubblico dell’Allianz non gradisce l’atteggiamento rinunciatario dei bianconeri e borbotta

Allegri negli spogliatoi si fa sentire e in cinque minuti la Juventus crea più pericoli che nei precedenti 45′. Al rientro in campo Bernardeschi fa subito la voce grossa: gran mancino dai 28 metri, Dragowski allunga in corner. Ancora l’ex viola su invito di Alex Sandro ci prova al volo, scheggiando la parte superiore della traversa.

E’ una Juve che ritrova ritmo, aggressività e il miglior Bernardeschi, ancora in evidenza con un gran sinistro volante su sponda di Mandzukic. Allegri richiama Alex Sandro e getta nella mischia Spinazzola. Il bell’Empoli dei primi 45′ è sparito dai radar, sovrastato dal dominio bianconero che prosegue con un tentativo volante di Mandzukic sugli sviluppi di un corner e poi con un diagonale di Cancelo, che non trova lo specchio da ottima posizione.

Kean è l’uomo scelto da Allegri per passare al 4-3-3 e tentare di sbrogliare la matassa: gli fa spazio Matuidi. E l’uomo-copertina della Nazionale di Mancini conferma il magic moment. All’ingresso in area, la torre di Mandzukic arma il destro del campioncino che con grande freddezza trafigge Dragowski sul primo palo (72′).

Ancora Kean va vicinissimo al 2-0 e alla doppietta, dopo un errore, l’unico della sua gara, dell’acciaccato Maietta: il lancio di Pjanic mette il 19enne attaccante davanti a Dragowski, bravissimo a sbarrargli la strada. Per il finale, Allegri non vuole correre rischi e si copre con l’innesto di Caceres per l’applauditissimo Bernardeschi. L’assalto finale dei toscani non crea grattacapi a Szczesny, che si limita a liberare l’area poco prima del triplice fischio di La Penna.
(LaPresse)

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