Caso Khashoggi, 4 ong chiedono l’avvio di un’indagine Onu

"L’indagine dovrebbe determinare il ruolo dell’Arabia Saudita nella sparizione forzata e nella probabile uccisione del giornalista", comunica Amnesty in una nota

(Photo by TIMOTHY A. CLARY / AFP)

MILANO (LaPresse) – Il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), Human Rights Watch (Hrw), Amnesty International e Reporter senza frontiere (Rsf) hanno sollecitato la Turchia a chiedere al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che sia svolta un’indagine Onu sulla possibile esecuzione extragiudiziale del giornalista saudita Jamal Khashoggi.

Caso Khashoggi, si chiede l’avvio di un’indagine Onu

“L’indagine dovrebbe determinare il ruolo dell’Arabia Saudita nella sparizione forzata e nella probabile uccisione di Khashoggi. Identificando chi ha ordinato, pianificato ed eseguito ogni azione collegata alla vicenda”, comunica Amnesty in una nota. “La Turchia dovrebbe chiedere alle Nazioni Unite di avviare un’indagine tempestiva, credibile e trasparente. Il coinvolgimento dell’Onu è la migliore garanzia contro ogni insabbiamento da parte saudita. O i tentativi di altri governi di nascondere questo caso sotto il tappeto al fine di mantenere i lucrosi legami economici con Riad”. Lo ha dichiarato Robert Mahoney, vicedirettore generale del Comitato per la protezione dei giornalisti.

Il materiale raccolto

Le prove raccolte dagli ispettori delle Nazioni Unite dovrebbero essere conservate per essere poi usate in futuri procedimenti giudiziari. Il team di ispettori dovrebbe poter accedere senza ostacoli ovunque abbia necessità di andare, intervistare potenziali testimoni o sospetti senza interferenze. E formulare raccomandazioni per portare di fronte alla giustizia ogni persona contro la quale vi siano prove credibili e ammissibili in tribunale. Khashoggil è entrato nel consolato saudita di Istanbul il 2 ottobre. E da allora non è stato più visto né sentito. L’Arabia Saudita ha negato di essere coinvolta nella sparizione. Sostenendo che il giornalista aveva lasciato il consolato in breve tempo. Ma non ha fornito alcuna prova a conferma.

La repressione dei dissidenti in Arabia Saudita

“In Arabia Saudita, da quando nel giugno 2017 Mohammad bin Salman è diventato principe della corona, la repressione contro le voci dissidenti e i difensori dei diritti umani si è intensificata dando luogo a un’ondata di arresti”, sottolinea Amnesty. Segnalando che “la sparizione di Khashoggi è stata preceduta da oltre un anno di arresti di giornalisti che avevano denunciato la corruzione o parlato dei diritti delle donne e di altri temi sensibili”.

Secondo ricerche condotte dal Comitato per la protezione dei giornalisti, diversi di loro sono detenuti in località sconosciute, senza alcuna accusa. Altre persone, tra cui le note attiviste per i diritti delle donne Loujain al-Hathloul, Iman al-Nafjan e Aziza al-Yousef, sono arbitrariamente detenute da mesi, a loro volta senza accusa. Rischiano, insieme ad altri detenuti, lunghe pene detentive se non addirittura la pena di morte. Per aver esercitato in forma pacifica i loro diritti alla libertà di espressione, di associazione e di manifestazione.

L’indagine avviata in Turchia

Le autorità turche hanno annunciato di aver avviato un’indagine il giorno stesso della sparizione di Khashoggi. In tale ambito, il 15 ottobre hanno perquisito il consolato saudita di Istanbul. Alcune informazioni sono filtrate o sono state condivise con i media turchi. Tra cui quella riguardante l’esistenza di registrazioni audio e video che dimostrerebbero che Khashoggi è stato ucciso all’interno del consolato.

La sparizione del giornalista

Lo stesso 15 ottobre il re dell’Arabia Saudita ha ordinato al procuratore generale di aprire un’inchiesta sulla sparizione di Khashoggi. Dato il possibile coinvolgimento di autorità saudite nella vicenda e la mancanza d’indipendenza della magistratura del paese, vi sono forti dubbi sull’imparzialità di un’inchiesta del genere.

La fidanzata di Khashoggi, la cittadina turca Hatice Cengiz, ha dichiarato ai media che quando il suo futuro sposo è entrato nel consolato per chiedere il nulla osta al matrimonio le ha lasciato in consegna il suo cellulare. E delle istruzioni per allertare le autorità turche se non fosse uscito entro due ore. Quella è stata quindi l’ultima volta in cui i due si sono visti. Le autorità turche ritengono che Khashoggi sia stato ucciso. E che il suo corpo sia stato smembrato, da agenti sauditi all’interno del consolato.

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