Labirinto, l’operazione porta al sequestro dei beni per 6 milioni

A seguito dell'operazione 'Labirinto', portata a termine nei giorni scorsi dai carabinieri del Ros di Lecce, il gip, su richiesta della Dda, ha disposto il sequestro preventivo di beni per 6 milioni di euro

Foto LaPresse / Ufficio stampa Carabinieri

LECCE (LaPresse) – Labirinto, l’operazione porta al sequestro dei beni per 6 milioni. A seguito dell’operazione ‘Labirinto’, portata a termine nei giorni scorsi dai carabinieri del Ros di Lecce, il gip, su richiesta della Dda, ha disposto il sequestro preventivo di beni per 6 milioni di euro. Tra società immobili e conti bancari nei confronti di Saulle Politi, Davide Quintana e Fabio Rizzo. I tre uomini, indagati insieme ad altri 30, erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione. Che aveva disarticolato due organizzazioni criminali legate al clan Tornese di Monteroni (Lecce). Nello specifico, i sodalizi criminali emersi dall’operazione erano capeggiati da Fabio Rizzo e Saulle Politi. Ed erano dediti al traffico internazionale e spaccio di droga, detenzione e porto abusivo di armi. Ma anche estorsione e danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso. Non erano in conflitto tra loro e controllavano in particolare i territori di San Cesario, Gallipoli, Monteroni di Lecce e Lecce.

Le indagini dell’operazione Labirinto partite da controlli sul clan Padovano

Le indagini erano nate dalle attività investigative effettuate dal Ros riguardo al clan Padovano. Retto da Angelo Padovano e Roberto Parlangeli fino al momento del loro arresto durante l’operazione ‘Baia Verde’ del 2014. In questa circostanza era emersa l’ascesa proprio di Davide Quintana.

Ruolo di primo piano di Saulle Politi

L’operazione aveva inoltre fatto luce sul ruolo di primo piano svolto da Saulle Politi negli assetti attuali della Sacra Corona Unita. Ma anche sugli interessi economici gestiti a margine della sua attività criminale sul territorio salentino. In numerosi episodi era stato coinvolto anche Fabio Rizzo. Sia come consigliere che come soggetto attivo nel settore del traffico di stupefacenti. Gli accertamenti patrimoniali svolti nei confronti degli indagati e dei soggetti a loro vicini hanno documentano l’esistenza di un considerevole patrimonio economico. Che però non era giustificato dall’entità dei redditi dichiarati e ritenuto alimentato proprio dagli introiti delle attività illecite emerse nel corso delle indagini.

Un sequestro da circa 6 milioni di euro

Ammonta a circa sei milioni di euro il valore dei beni sequestrati, che comprendono 14 società/imprese individuali con relativo compendio aziendale, 3 immobili, 14 veicoli e 38 rapporti finanziari e bancari attivi. In particolare, a Saulle Politi sono state sequestrate diverse società, tra le quali la Funny Slot srl, gestita dal fratello Francesco con attività nel settore delle scommesse on line, giochi e sale slot a Trepuzzi (LE), Carmiano (LE) e Monteroni (LE), con il relativo complesso aziendale, immobili, autovetture e rapporti bancari.

Sequestrato un bar e un’impresa di commercio di caffè

Sequestrati inoltre il bar Caffè alla Romana e l’impresa di commercio all’ingrosso di caffè ‘Politi Caffè’ di Monteroni di Lecce (Lecce). A Fabio Rizzo è stato notificato il sequestro di diverse società a lui riconducibili del settore alimentare tra le quali la Carni e più srls con sede a Lizzanello (Lecce) e con un punto vendita in un supermercato a San Pietro Vernotico (BR) e relativo complesso aziendale. Davide Quintana ha invece subito il sequestro della Ittica Gallipoli srls, inserita in un piano di spartizione del territorio dai clan indagati, nonché di altre società a lui intestate o riconducibili del settore immobiliare e della ristorazione, tra le quali la Mr. Poldo soc. coop. con sede a Gallipoli (Lecce), con il relativo complesso aziendale, auto e rapporti bancari.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome