L’affondo dei Cinque Stelle: “Forza Italia e Pd si schierano con i Benetton. E’ un sistema insano di favori ai concessionari”

La promessa dei Cinque Stelle: "Con il Governo del Cambiamento tutte queste vergognose isole di privilegio verranno scoperchiate ed eliminate”

Foto Marco Alpozzi/LaPresse 15 agosto 2018 Genova, Italia Politica Genova, crolla parte di un ponte sull'A10: si scava tra le macerie Nella foto: i Ministri Danilo Toninelli e Luigi Di Maio in visita al Ponte Morandi Photo Marco Alpozzi/LaPresse August 15th, 2018 Genoa, Italy Politics Bridge collapses on Genoa highway

ROMA – E’ una partita a tre: la politica, la Procura e l’impresa. Al centro c’è il disastro di Genova. Il crollo del ponte Morandi, i morti e gli sfollati. Gli inquirenti si muovono in autonomia: a loro il compito di individuare i responsabili della tragedia. L’obiettivo è essere rapidi, ma soprattutto precisi. Ad incrociarsi, invece, sono le linee di tiro di Governo e azienda.  Per il Movimento Cinque Stelle la minoranza parlamentare ha già scelto da che parte stare: “Non è un caso che Forza Italia e Partito Democratico abbiano deciso di schierarsi con i Benetton preoccupandosi delle azioni di Atlantia invece che della richiesta di giustizia e di sicurezza che arriva da milioni di italiani”.

Il sistema delle concessioni e l’universo Benetton

Alla famiglia di Ponzano Veneto i grillini, in una nota pubblicata sul blog ufficiale del Movimento, imputano il presunto arricchimento “a discapito della manutenzione delle infrastrutture”. “ Negli anni sono stati proprio i governi di centrodestra e centrosinistra a costruire un sistema insano di favori alle concessionarie”.

Ma l’universo Benetton, fondato su Atlantia, va oltre le semplici concessioni autostradali “Controla anche l’impresa di costruzioni Pavimental”. Va ricordato, recita il comunicato, pure che “il Gruppo Gavio, l’altro grande concessionario privato delle nostre autostrade, oltre a controllare Sias, controlla l’impresa di costruzioni Itinera. Queste imprese di costruzioni sono tra le principali italiane e sono cresciute proprio grazie ai lavori di manutenzione che vengono loro affidati ‘in house’ da Atlantia e Sias”.

Il Movimento ha posto l’accento sui legami societari tra concessionari e colossi imprenditoriali specializzati nel settore delle costruzioni. A detta dei grillini si sarebbe innescato una sorta di circolo ‘virtuoso’ (ma solo per chi fa affari). Un sistema che avrebbe permesso ai titolari di concessioni importanti (e cruciali per il Paese) di affidare lavori ad aziende a loro connesse.

La norma pre-Prodi

La crescita economica di alcune società sarebbe stata facilitata dalla norma che consentiva di affidare i lavori “relativi alla concessione (tutte, non solo autostradali) direttamente, senza gare d’appalto a evidenza pubblica, fino al 60% del loro importo, con obbligo di bando pubblico solo per il 40%”.

La procedura, però, venne attenzionata dalla Commissione Europea che spinse il Governo Prodi, nel 2006, a modificarla “obbligando i concessionari” ad affidare il 100% delle opere da realizzare con gara.

Troppo bello per durare. Con Berlusconi, hanno ricordato i grillini, si tornò di nuovo alle condizioni pre-Prodi. Sessanta percento da affidare in house, il resto con bando pubblico. Con Monti si arriva ad un cinquanta e cinquanta, con l’obiettivo del 40% da raggiungere nel 2014.

Su carta le intenzioni di Renzi erano buone: voleva ridurre la quota dei lavori (gestita in autonomia dai concessionari) del 20%. Ma una deroga ‘salvò’ Autostrade per l’Italia e Sias. La riduzione prevista, in base ad un emendamento alla legge di Bilancio, non poteva interessare “i titolari delle concessioni autostradali non affidate con la formula della finanza di progetto ovvero con procedure di gara a evidenza pubblica secondo il diritto dell’Unione Europea” e cioè, ha spiegato Il M5s, proprio Autostrade per l’Italia e Sias.

“Ma non bastano i favori espliciti della politica – hanno aggiunto i Cinque Stelle –  dato che le società concessionarie per prassi si fanno riassegnare in subappalto alle loro società di costruzione anche parte dei lavori di manutenzione messi a gara con evidenza pubblica, oppure ‘chiedono’ alle imprese che si aggiudicano tali lavori di acquistare da loro i calcestruzzi, gli asfalti, gli inerti e di noleggiare macchinari e attrezzature”.

Il Movimento sostiene che di fatto lo Stato “da fine anni Novanta ha rinunciato a controllare i gestori delle autostrade di cui è proprietario e ha costruito attorno a queste concessioni un sistema putrido che assomiglia molto ad uno scambio di favori: io lascio a te enormi profitti in monopolio, tu mi sostieni politicamente quando serve”. “Con il Governo del Cambiamento  – ha concluso la nota dei grillini – tutte queste vergognose isole di privilegio verranno scoperchiate ed eliminate”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome