Landini “rispolvera” la patrimoniale e riceve una sonora bocciatura

Foto Donato Fasano - LaPresse in foto Maurizio Landini

ROMA – È bastata una parola per scatenare una bocciatura unanime, capace quasi di unire il M5S e il Partito democratico. Scoppia la bufera sulla proposta del leader Cgil Maurizio Landini di una patrimoniale per rilanciare un piano di grandi investimenti e risollevare l’economia italiana.

E se il sindacalista preferisce chiamarla “tributo di equità contro le diseguaglianze”, solo l’idea di una nuova tassa che gravi sul capitale e sui beni mobili e immobili dei cittadini produce la reazione veemente di Luigi Di Maio. “Oggi apro i giornali e leggo che tra i sindacati, in particolare uno, c’è chi chiede l’introduzione di una patrimoniale. La stessa patrimoniale tanto cara al Pd – attacca il capo politico pentastellato – Mettiamo le cose in chiaro: 1. Mai una patrimoniale, mai fino a quando il MoVimento 5 Stelle è al governo! 2“. E nonostante il tema sia stato uno dei grandi cavalli di battaglia del centrosinistra negli ultimi anni, anche il leader Pd Nicola Zingaretti è costretto a smarcarsi: “Non so se è una proposta del sindacato, certo non è una proposta del Pd“.

Renziani contro

È vero, solo 24 ore prima c’era stata una presa di contatto positiva tra i dem e le parti sociali al Nazareno, ma la presa di posizione era doverosa dopo che la patrimoniale aveva creato nuove spaccature tra i dem. L’ala renziana in particolare ha subito boicottato il progetto Landini, con Anna Ascani che ha definito la tassa “il contrario del buonsenso e di ciò dovrebbe fare la sinistra. Le tasse vanno abbassate“.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ex sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, che parla di “misura sbagliata perché anacronistica. Credo che Zingaretti farebbe bene a chiarire qual è la linea del Pd e non lasciare che si alimentino pericolosi equivoci”.

Gli unici plausi al progetto arrivano da Mdp e Leu, mentre il mondo di Confedilizia opta per il no secco

Il segretario della Cgil vuole la patrimoniale, anche se dice che bisogna chiamarla con un altro nome, per non farsi notare – dice il presidente Giorgio Spaziani TestaLo informiamo che molti dei suoi iscritti la patrimoniale la pagano già, si chiama Imu-Tasi e pesa 21 miliardi di euro l’anno”.

Dal canto suo Landini, prima di “intervenire sulle ricchezze per una lotta contro le diseguaglianze“, punta anche ad “una riforma fiscale degna di questo nome. È stato un errore gigantesco non averla fatta finora. Non deve riguardare solo le detrazioni sui redditi da lavoro e dei pensionati che sono comunque necessarie“.

Sulla patrimoniale rimangono tiepidi e silenti anche i fratelli di Cisl e Uil

Annamaria Furlan punta ad un “nuovo assegno familiare che unifica detrazioni per figli e assegno al nucleo familiare”, mentre Carmelo Barbagallo continua a lavorare sul salario minimo. Landini rimane solo nella bufera: la parola patrimoniale rischia troppo di togliere consensi a 40 giorni dalle Europee.
(LaPresse)

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