Lavoro, Cgil, Cisl e Uil chiedono a Inail più risorse per sicurezza

Cgil, Cisl e Uil chiedono più risorse dell’Inail a favore delle lavoratrici e dei lavoratori per il miglioramento delle prestazioni economiche di risarcimento. Ciò per i danni subiti a causa degli infortuni e delle malattie professionali.

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

Milano, 14 ott. (LaPresse) – Cgil, Cisl e Uil chiedono più risorse dell’Inail a favore delle lavoratrici e dei lavoratori per il miglioramento delle prestazioni economiche di risarcimento. Ciò per i danni subiti a causa degli infortuni e delle malattie professionali. “Il divario consolidato negli anni tra le entrate all’Inail dovute ai premi assicurativi pagati dalle imprese e le uscite per le prestazioni di risarcimento a favore dei lavoratori e delle lavoratrici per gli infortuni e le malattie professionali, è arrivato, in questi anni, a circa 30 miliardi di euro depositati nelle casse dello Stato, cioè al Ministero dell’Economia”, scrivono i sindacati. “Nello stesso tempo abbiamo assistito negli ultimi anni ad uno scarto crescente tra il numero delle denunce dei lavoratori e delle lavoratrici per infortuni e malattie professionali e il numero degli eventi risarciti dall’Inail”, proseguono.

e ancora

“Queste economie sulla salute di chi lavora non sono più accettabili”, denunciano Cgil, Cisl e Uil. “C’è il rischio che l’Inail si trasformi in uno strumento di raccolta denaro del Ministero dell’Economia. Questo  invece di essere l’Istituto preposto alla salvaguardia e alla tutela della salute delle lavoratrici/lavoratori”. I sindacati rivendicano “un decisivo e forte miglioramento delle prestazioni dell’Inail volte al qualificare sempre di più sia le attività di prevenzione, di ricerca e quelle di riabilitazione degli infortunati da lavoro e di cura dei malati affetti da patologie di origine professionale”. I sindacati chiedono di realizzare a breve un vero miglioramento delle attività dell’Inail: “aumentare il valore economico dei risarcimenti; allargare la casistica dei danni indennizzati; velocizzare i tempi di risoluzione delle pratiche di indennizzo dei lavoratori/lavoratrici malati; ridurre l’eccessivo ricorso legale per la consuetudine di respingere le richieste di prima istanza.

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