Le inutili mascherine di Fca, anche alle forze dell’ordine

Lo Stato non protegge dal Covid carabinieri e polizia

NAPOLI (Diego Semola) Quanti sono i lotti di mascherine prodotti dalla Fca, la società della famiglia Agnelli, e inviate nelle scuole pubbliche d’Italia e della Campania? E’ questa la domanda delle domande a cui, per ora, non c’è risposta. Perché quelle mascherine ‘cucite’ con Meltblown, tessuto-non-tessuto prodotto con polipropilene e utilizzato come strato filtrante per le mascherine chirurgiche, non proteggono come dovrebbero. Ecco, queste mascherine non avrebbero la stessa efficacia di altre (chirurgiche o Ffp2). Insomma, non metterebbero al sicuro dal Covid chi le indossa e gli altri attorno. Un’ombra s’allunga sulle classi campane, i genitori ora si chiedono: “I nostri figli sono al sicuro?”. Nel mentre che le mamme ed i papà provvedono da sé a comperare nuovi Dpi, Cronache è in grado di svelare che questi stessi lotti di mascherine non sono stati inviati solo per gli scolari italiani ma anche alle forze dell’ordine.

Dai carabinieri alla polizia di Stato passando per le forze dell’ordine municipali: sono tanti i lotti forniti da Fca, grazie a finanziamenti pubblici importanti, per mettere al sicuro chi ha il compito di tenere al sicuro i cittadini. Centinaia di migliaia di pacchi di mascherine prodotte dalle fabbriche degli Agnelli con Meltblown, infatti, in questi mesi sono stati recapitati ai nostri uomini in divisa che ogni giorno in strada o negli uffici vigilano sulla cittadinanza. Si tratta delle stesse e identiche mascherine prodotte e inviate alle scuole, solo che di qualche taglia in più. Cambia la forma ma non la sostanza. Scomode, non aderenti alla perfezione in visto, fanno passare il ‘soffio’. Basta praticare l’ormai celebre ‘prova dell’accendino’. Indossare una di queste mascherine firmate Fca non ferma le microparticelle e l’aria che ogni essere umano produce respirando.

Insomma, se qualcuno le indossa può tranquillamente spegnare le candeline della torta di compleanno. Siamo ad un anno e due mesi dall’inizio della pandemia, la letteratura scientifica sul Covid e sui protocolli di sicurezza ha fatto passi da giganti, eppure il governo italiano ha inviato in due asset strategici per la nostra democrazia, la scuola e le forze dell’ordine, dei dispositivi di protezione individuale che servono a poco o niente. In ogni caso, almeno per quello che ha potuto verificare Cronache, gli uomini in divisa non stanno utilizzando queste mascherine, le tengono ben stipate negli armadi in caso di estrema emergenza. Tornando alla scuola, invece, la questione è e resta di profonda attualità. Soprattutto in Campania, dato che gli istituti della regione stanno per riaprire nella loro interezza. E’ intervenuto sulla vicenda Salvatore Cosentino, sindacalista della Uil scuola. “Non conosco bene la vicenda e non entro nel merito, approfondiremo la questione. Preme sottolineare, ancora una volta, che la scuola deve ripartire in massima sicurezza e sotto ogni punto di vista. Non è ammissibile sbagliare. Rispetto all’accertamento sui Dpi, che siano o meno utili ed efficaci, devono essere gli organismi competenti a verificarne la validità. E lo devono fare subito. Ribadiamo quindi la nostra posizione: nessun pregiudizio sull’apertura, la scuola deve essere in presenza, ma la sicurezza è al primo posto”.

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