Legge di Bilancio, Draghi chiede unità: partiti ‘sventolano’ bandierine. Spunta tesoretto per le bollette

Ufficio Stampa Palazzo Chigi / LaPresse - Roma, Italia in foto il Presidente del Consiglio Mario Draghi
Ufficio Stampa Palazzo Chigi / LaPresse - Roma, Italia in foto il Presidente del Consiglio Mario Draghi

ROMA – L’obiettivo è arrivare – dagli oltre 6mila emendamenti presentati dai partiti – a circa 500 ‘segnalati’, per approvare la legge di bilancio “entro Natale”. A scandire tempi e modi di un iter parlamentare che si annuncia tutt’altro che semplice è Federico D’Incà. Tocca al ministro per i Rapporti con il Parlamento, infatti, mettere capidelegazione e capigruppo che si alternano nella sala verde di palazzo Chigi di fronte a fatti e scadenze.

Mario Draghi e Daniele Franco si ‘limitano’ ad ascoltare le diverse proposte che arrivano dalle forze politiche e a ‘far di conto’. Nel secondo giorno di ‘consultazioni’ sulla manovra sono Lega, Forza Italia e Pd a proporre i propri ‘correttivi’ alla manovra. Diverse le proposte di bandiera, per una coperta – fatta di 600 milioni lasciate ‘libere’ per i partiti dal Governo – che rimane corta.

Draghi invita a ‘fare squadra’. Per promuovere “una crescita davvero equa e sostenibile”, ribadisce il premier, c’è bisogno di “cooperazione costante”, di confronto e collaborazione, di un “percorso condiviso”. Per rilanciare l’Italia, insomma, gli ‘assalti’ alla diligenza andati in scena in passato con le ultime leggi di bilancio non servono. L’ex uomo di Francoforte lo dice a una platea di imprenditori impegnati nella transizione sostenibile, ma il messaggio risuona chiaro anche ai partiti. Le posizioni – però – restano per lo più distanti.

Unanime, almeno fino a questo momento – domani sarà la volta di Iv, CI, Leu e Autonomie – è la richiesta di un nuovo intervento contro il caro bollette. Draghi stesso si dice “pronto a intervenire” con nuove risorse a tutela delle fasce più deboli. Il Governo pensa al ‘risparmio’ che deriva dalla riforma del fisco. Un motivo contabile, infatti, fa sì che – avendo Irpef e Irap un meccanismo di saldo e acconto – il primo anno la riforma costerà meno rispetto agli otto miliardi previsti, creando così un ‘tesoretto’ da 800-900 milioni.

Il pressing che arriva dai partiti, Lega in testa, è forte. Il premier vuole innanzitutto finire il giro di ‘consultazioni’ avviato con le forze di maggioranza per capire se la richiesta di arricchire il fondo contro il caro bollette in manovra è unanime o se invece il risparmio va ‘dilazionato’ anche su altre misure. In legge di bilancio ci sono già due miliardi contro il caro bollette, cifra che – viene spiegato – dovrebbe riuscire a coprire gli aumenti del costo dell’energia fino a febbraio-marzo.

Se poi le risorse non dovessero bastare si potrebbe intervenire con un decreto ad hoc: Draghi sta studiando la situazione, non solo perché i tecnici prevedono che ci sarà una discesa dei prezzi del gas a partire da marzo, ma anche in attesa che venga presa un’iniziativa a livello europeo. Da Arera – frequenti i contatti tra palazzo Chigi e il presidente dell’Authority dei servizi pubblici di energia Stefano Besseghini) è arrivata l’indicazione di intervenire in modo strutturale e la strada potrebbe essere quella di destinare in modo stabile il gettito derivante dalle aste per l’assegnazione delle quote di emissione di CO2 alla riduzione degli oneri generali di sistema.

La Lega spinge molto su questo fronte, chiedendo di intervenire recuperando risorse dal reddito di cittadinanza, misura invece “intoccabile” per il M5S. Il presidente del Consiglio sa che sull’assegno si combatterà una delle battaglie politiche più toste in Parlamento e – spiega chi ci ha parlato – ritiene di aver ‘mediato’ abbastanza avendo stanziato risorse importanti procedendo al contempo con una stretta sui controlli anti furbetti.

Si va verso un ‘ammorbidimento’, poi, delle misure previste per il superbonus. L’obiettivo principale – specie di M5S e Pd – resta il tetto Isee da 25 mila euro. E se il Carroccio punta su automotive, rottamazione delle cartelle e Flat tax, i dem insistono per aumentare i fondi sulla scuola, in modo da implementare gli organici Covid.

Importante, poi, per il Pd, riprendere il dialogo con i sindacati, saltato sugli 8 miliardi da destinare al taglio delle tasse. “C’è una volontà assolutamente chiara di Draghi e Franco di proseguire il confronto”, assicura Andrea Orlando. Propone un fondo di garanzia pubblica che consenta agli utenti e alle aziende di rateizzare le bollette più alte di questi mesi FI, che punta anche al rinvio di un anno di tutte le tasse sugli spazi esterni per bar e ristoranti.

“Il presidente Draghi ci ha ascoltato – assicura l’azzurra Anna Maria Bernini ha detto che il Governo è disponibile a cercare di trovare una quadra alle richieste che non sono le stesse da parte di tutti. Draghi ha detto che vuole fare sintesi”.(LaPresse)

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