L’Etna si risveglia, 750 scosse in 24 ore nel Catanese: attivo anche lo Stromboli

Alle 17,50, magnitudo 4.3, e alle 20,26 di magnitudo 4. Intanto nelle isole Eolie anche lo Stromboli ha ripreso la sua attività di lancio di lapilli.

Etna
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CATANIA L’Etna si risveglia e lo Stromboli, nelle Eolie, risponde confermando il collegamento tra i due vulcani siciliani.

Anche lo Stromboli si è risvegliato

Lo Stromboli ha ripreso la sua attività caratterizzata dal lancio di lapilli. Dopo una riunione il Dipartimento della Protezione Civile ha disposto il passaggio di livello di allerta da “verde”, che corrisponde all’attività ordinaria, al livello “giallo”. Automatica, dunque, la conseguente attivazione della fase operativa di “attenzione” secondo quanto previsto dal piano nazionale di emergenza per l’isola di Stromboli.

Sciami sismici nel Catanese

Sull’Etna sono diminuite le esplosioni di lava incandescente ma l’eruzione continua e rimane molto intensa. In poco più di 24 ore, lo sciame sismico da cui tutto ieri è cominciato ha contato oltre 750 scosse, delle quali due molto forti e distintamente avvertite dalla popolazione dell’area attorno al vulcano, entrambe ieri. Alle 17,50, magnitudo 4.3, e alle 20,26 di magnitudo 4. Intanto nelle isole Eolie anche lo Stromboli ha ripreso la sua attività, caratterizzata da lancio di lapilli.

L’aeroporto siciliano ha riaperto i battenti

L’aeroporto di Catania ha riaperto questa mattina alle 8,20 con operatività ridotta a quattro voli all’ora, numero che avrebbe comunque assicurato il funzionamento dello scalo per tutta la giornata visto che per il giorno di Natale erano in programma solamente una trentina di voli. Poi, nella successiva riunione delle 11,30, è stato stabilito di riaprire dalle 13 tutti i settori di spazio aereo su Catania rendendo lo scalo completamente operativo.

Si alza l’allarme della Protezione civile

“La valutazione – sottolinea una nota della Protezione civile – è basata sulle segnalazioni delle fenomenologie. Abbiano inoltre tenuto conto delle valutazioni di pericolosità rese disponibili dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e il Dipartimento Scienza della Terra dell’Università di Firenze. L’innalzamento del livello determina il potenziamento del sistema di monitoraggio del vulcano. A monitorare il tutto c’è poi l’attivazione del raccordo informativo costante tra la comunità scientifica e le altre componenti e strutture operative”.

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