di Angelo Baldini
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che nel mondo un caso di morte su quattro sia attribuibile ai fattori ambientali che contribuiscono a un ampio spettro di malattie. Le fasce più vulnerabili sono quelle dei bambini e degli anziani. Per tal motivo, l’Istituto Superiore di Sanità cerca di identificare e promuovere strategie adeguate per ridurre i rischi di insorgenza di malattie. Tra queste, negli ultimi anni l’Istituto ha registrato un aumento delle patologie endocrine dovuto all’esposizione al DEHP (Di-2-etilesilftalato) e a BPA (bisfenolo A), due composti presenti in tantissimi oggetti plastici come i contenitori e le confezioni per alimenti, giocattoli, cosmetici e dispositivi medici. In particolare, l’esposizione ai due plastificanti può favorire l’insorgenza di disturbi endocrini quali l’obesità, il diabete ma anche disturbi neuro-comportamentali.
Il progetto Life persuaded
A tal proposito, il progetto “Life Persuaded” promosso dall’Iss nasce per affrontare le problematiche legate all’esposizione umana ai plastificanti. I suoi obiettivi principali sono: misurare i livelli di DEHP e BPA nella popolazione infantile, valutare le differenze di esposizione tra aree urbane e rurali nel Nord, Centro e Sud Italia; valutare la correlazione tra l’esposizione ai due composti e l’insorgenza di patologie e disturbi endocrini e diffondere i risultati degli studi per informare la popolazione.
Le restrizioni europee
Per quanto diffusi su larga scala, gli ftalati e bisfenoli sono soggetti alle restrizioni d’uso dell’Unione Europea. Le direttive europee prevedono che il DEHP non possa superare la concentrazione dello 0,1% nei giocattoli e nei giochi dell’infanzia. Questi oggetti possono essere infatti mangiucchiati o succhiati dai bambini che così ci entrerebbero in diretto contatto. Sempre secondo un’altra direttiva, invece, il BPA non può essere utilizzato nei contenitori alimentari destinati all’infanzia.
Le 10 buone pratiche per non entrare in contatto con i plastificanti
Evitare il più possibile il contatto e l’esposizione a queste sostanze plastiche dannose dipende dai nostri stili di vita. Adottare uno stile di vita sano e per di più ecosostenibile può darci una grossa mano. Per questo, il progetto “Life persuaded” ha stilato un elenco con dieci pratiche da seguire per limitare l’esposizione a queste sostanze e trarre benefici per la propria salute e l’ambiente.
In prima istanza, bisogna cercare di limitare il più possibile prodotti plastici monouso, quindi posate, piatti e contenitori. Può aiutare molto, in generale, evitare l’uso di prodotti che contengano Pvc, il cloruro di polivinile. Su questo polimero c’è una disputa sulla sua capacità di riciclo. La comunità scientifica è infatti spaccata in due. C’è chi sostiene che può essere facilmente riciclato e chi, al contrario, sostiene che questo tipo di plastica ha una scarsa capacità di riciclo e può addirittura compromettere un intero processo di riciclo.
Nel dubbio, evitare di usare la plastica non può essere certo dannoso. La terza pratica consigliata da “Life persuaded” è quella di ridurre il tempo trascorso a giocare con giocattoli di plastica e anche con gli apparecchi elettronici. La quarta, la quinta e la sesta pratica riguardano invece l’alimentazione: evitiamo, se possiamo farlo, il consumo di cibi pronti o takeaway. Questi sono spesso preparati e distribuiti in contenitori di plastica. Evitiamo, inoltre, di utilizzare il microonde per riscaldare cibi conservati in contenitori di plastica e, una volta scaldati, non consumiamo il cibo in un contenitore di plastica.
A tal proposito, evitare il consumo di bottiglie di plastica può essere fondamentale, privilegiando, laddove è possibile, le bottiglie di vetro da riempire presso gli erogatori cittadini di acqua. Un metodo anche molto più economico. Infine, le ultime due pratiche riguardano l’attività sportiva. Meglio eseguirla all’aperto, prediligendo gli spazi e meglio promuovere l’attività sportiva fin dall’infanzia.