L’intervista. Mantero: “Non starò ai diktat di Salvini”

Il grillino: “Polemica sulla cannabis strumentale. Se il governo terrà? Non lo so”

Mantero

NAPOLI – Lo scontro tra le forze di governo, Lega e Movimento 5 Stelle, è quotidiano. Non si fa in tempo ad archiviare una crisi che ne subentra un’altra. Ormai ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini basta anche il più piccolo dei pretesti per arrivare allo scontro. Con le elezioni alle porte, non può che essere diversamente. Dopo la frattura consumatasi sul caso relativo al sottosegretario Armando Siri, il tema caldo sembra essere diventato la legalizzazione delle droghe leggere. Dal senatore del Movimento 5 Stelle Matteo Mantero è stata depositata una proposta di legge che punta a regolamentarne l’uso: permessa a determinate condizioni, la coltivazione della cannabis, in forma individuale (fino a 3 piante) o associata (fino a 30 persone, con il via libera della prefettura). Sarebbe lecito detenere la sostanza entro determinate quantità (15 grammi in casa e 5 grammi fuori). Vengono poi previste condotte illecite differenziate, con una pena diversa in relazione alla tipologia delle sostanze (droghe pesanti, droghe leggere). Ma Salvini non ne vuole neanche sentire parlare, dichiarando tranchant: “Mi aspetto che il M5S ritiri la proposta sulla droga libera, non è nel contratto di governo e non voglio lo Stato spacciatore”.
“Le critiche vengono poste senza aver letto il testo della proposta di legge. Salvini parla di Stato spacciatore, ma la mia proposta va in direzione opposta”, ha detto a Cronache proprio Mantero.

Ce la illustri, senatore.

Prevede la possibilità della autoproduzione fino a 3 piante di marijuana senza limiti di contenuti di thc, in pratica canapa che ha anche effetti psicoattivi. In forma associata la previsione resta sempre di 3 piante. Resta il divieto di fumare prima di guidare, il divieto di acquisto per i minorenni e per le donne incinte, oltre a quello di fumare nei luoghi pubblici. Non ho nessuna intenzione di ritirare la mia proposta, l’ho già detto. Anche perché penso che il contrasto al narcotraffico e alla criminalità organizzata passi innanzitutto attraverso la legalizzazione della marjiuana. Così si tagliano le gambe agli spacciatori in quanto si consente ai circa 5 milioni di fumatori che ci sono in Italia di autoprodursi anziché rivolgersi al mercato nero. Questo è il mio punto di vista e sono aperto ad ogni tipo di discussione in Parlamento. Ma non starò al diktat del ministro Salvini.

Molti tra i suoi colleghi pentastellati, come lei, pensano che il Ministro dell’Interno dovrebbe ingaggiare una battaglia vera che porti alla chiusura delle piazze di spaccio come quelle presenti in Campania e soprattutto a Napoli. Il suo modo di agire gli consentirà di raggiungere l’obiettivo?

Salvini in questo momento se la sta prendendo con i negozi che vendono infiorescenze di canapa industriale che hanno contenuti di Thc inferiori allo 0,5 per cento per distogliere l’attenzione. Combattere la droga chiudendo i negozi di canapa light è come voler combattere l’alcolismo dichiarando guerra alla birra analcolica. Tra l’altro Salvini si è appena accorto che anche se è ministro dell’Interno non può fare chiudere i negozi a suo piacimento. Va bene controllare che non ci siano abusi e che tali attività non vengano svolte dalla criminalità organizzata, ma a che prezzo? Si concentra l’utilizzo di forze dell’ordine su queste cose senza andare a combattere le vere piazze di spaccio, la criminalità e il traffico internazionale. È uno spreco di risorse pubbliche e si sta sbagliando obiettivo.

Ma almeno il Movimento 5 Stelle, che vive al proprio interno continue frizioni e ultimamente non sembra essere un partito unito, è dalla sua parte o pensa che per accontentare le richieste del leader della Lega le volterà le spalle?

Questa è una proposta a cui abbiamo lavorato nella scorsa legislatura, sto portando avanti il lavoro del Movimento ampliandolo e i più sono favorevoli. In questo momento è su Rousseau per essere valutata dagli iscritti.

Crede che dopo aver superato indenni i problemi legati al caso Siri che vi ha visti arrivare ai ferri corti con la Lega, il governo possa arrivare allo scontro o ad una crisi profonda sulle “canne”?

Questa polemica è uno strumento di distrazione di massa dai problemi che la Lega ha avuto prima con Siri e che da sempre ha nel vero contrasto alla criminalità organizzata.

Visti i toni della campagna elettorale in che modo crede il governo possa recuperare credibilità agli occhi dei cittadini italiani?

A questo non so rispondere, era ovvio che viste le diversità con la Lega i nodi venissero al pettine. Ma non sono io a poter dire come o cosa fare.

Se la sente di assicurare ai cittadini che il governo porterà a termine la legislatura o crede che siano possibili scenari diversi come alleanze alternative tipo Movimento 5 Stelle e Pd piuttosto che Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia?

Non so dire neanche questo, lo scopriremo solo vivendo.

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