Lo spread si raffredda, Btp sotto il 2%. Confindustria: serve una politica credibile

L'Italia "non decolla" e le condizioni dell'economia italiana "sono rimaste deboli nel secondo trimestre"

MILANO – La tregua nella guerra commerciale tra Usa e Cina, il probabile rinvio della procedura di infrazione Ue contro l’Italia almeno fino a ottobre e gli annunci del presidente della Bce, Mario Draghi, che sarebbe pronto se necessario a tornare a comprare titoli di Stato raffreddano lo spread.

Lo spread chiude a quota 233 pb

Il Btp decennale scende in mattinata sotto quota 2% di rendimento, anche se per un numero frazionale, per la prima volta dal maggio del 2018. Mentre il differenziale con l’omologo Bund tedesco cala fino a 233 punti base. Alla fine lo spread termina in area 230 punti, con il decennale all’1,9% sul mercato secondario. Una discesa notevole, se si pensa che un mese fa il differenziale si aggirava intorno a quota 280 punti.

Le preoccupaziondi di Confindustria

Un livello che il Centro studi di Confindustria ritiene tuttavia ancora troppo elevato e dannoso per la competitività delle aziende del Belpaese. Infatti, se a giugno il tasso del Btp è sceso, “negli altri paesi dell’Eurozona i rendimenti stanno scendendo molto di più. E sono ai minimi storici, non lontano da zero”, fa notare il Csc, che chiede al governo più attenzione ai conti pubblici.

Serve una politica economica credibile

La “deviazione” dell’Italia dal trend dei tassi, sostengono gli economisti di viale dell’Astronomia, “riflette le carenze nella programmazione di una politica economica credibile, in grado di dare fiducia a investitori, lavoratori e imprese”. La stretta nell’offerta di credito da metà 2018, prosegue il Csc, fa continuare il calo dei prestiti (-0,6% annuo in aprile). Anche se il costo è ancorato ai minimi (1,5%).

L’economia italiana non decolla

L’Italia, insomma, “non decolla” e le condizioni dell’economia italiana “sono rimaste deboli nel secondo trimestre”, con l’export che è “poco positivo”. Mentre la crescita è “penalizzata da tassi sovrani troppo alti” e “si addensano nubi sullo scenario internazionale”, come un possibile nuovo rallentamento. Confindustria stima nel secondo trimestre un “andamento negativo per la produzione industriale, attesa in calo di 0,7%, nonostante un modesto recupero in maggio-giugno”.

(AWE/LaPresse/di Lorenzo Allegrini)

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