M5S al fianco dei potenti: Crimi ‘ammazza’ i piccoli giornali e fa un regalo a De Benedetti e Caltagirone

Le testate come Repubblica, Il Messaggero, Il Mattino, non ricevono soldi pubblici: il finanziamento è riservato a testate locali, Enti senza fini di lucro, periodici per minoranze linguistiche e imprese che editano periodici diffusi all'estero

ROMA – Il Movimento 5 Stelle che poco più di un anno fa aveva conquistato un terzo degli elettori e metà circoscrizioni in Italia non esiste più. E non lo dicono solo i sondaggi. Basta andare oltre i soliti slogan che continuano a sbandierare venendo puntualmente smentiti dai dati (CLICCA QUI PER IL VIDEO SUL CASO ILVA E LE PROMESSE NON MANTENUTE DI DI MAIO).

Lo scalpo dei finanziamenti all’editoria e l’omicidio della libertà di stampa

Prendiamo il caso dei finanziamenti all’editoria, il cui taglio è stato sbandierato ai quattro venti come lo scalpo del nemico. Incaricato di portare a termine la missione, che in passato avevano tentato, senza riuscirci, anche Berlusconi e Renzi, è stato Vito Crimi. Quest’ultimo, soprannominato dal compianto Massimo Bordin (CLICCA QUI) il gerarca minore, è stato, in qualità di sottosegretario all’Editoria, l’esecutore materiale dell’omicidio della libertà di stampa per conto dei mandanti Casaleggio e Grillo.

I contributi residui che Crimi ha azzerato ammontano a circa 60 milioni di euro

Sì, perché è bene chiarire un aspetto. I finanziamenti all’editoria sono stati prima ridotti nel 2008 e poi sostanzialmente aboliti già nel 2014. Oggi, infatti, i contributi residui sono destinati a cooperative giornalistiche, Enti senza fini di lucro, periodici per le minoranze linguistiche e imprese che editano periodici diffusi all’estero. Il tutto per un totale di circa 60 milioni di euro. In realtà si tratta di pesci piccoli perché i colossi dell’informazione cartacea che editano ad esempio Repubblica, il Messaggero e il Mattino, il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore, La Stampa e altri non accedono ai contributi. Insomma, nel mirino del Movimento 5 Stelle sono finite le testate locali e radio, come Radio Radicale, che cercano di dare spazio all’informazione, senza dover favorire il potente di turno.

Il M5S favorisce i potenti

E invece il M5S va proprio controcorrente. O meglio, controcorrente rispetto agli slogan scanditi fin dalla nascita del Movimento e anche oggi. Peccato che i fatti, ancora una volta, stiano sbugiardando i pentastellati. Perché eliminare le testate locali e l’informazione libera non fa altro che favorire i potenti. Quelli che utilizzano i giornali per i propri fini personali e che hanno ben altri interessi rispetto all’editoria. E’ il caso di De Benedetti e Caltagirone: i due hanno tutto da guadagnare grazie ai grillini. Potranno continuare a non fare informazione ma senza avere un concorrente che possa dare voce a chi ne ha veramente diritto, vale a dire i cittadini. Il Movimento 5 Stelle è morto, ma vuole portarsi nella tomba anche gli italiani.

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