M5S: base dice sì a 2×1000. Conte: “Importante la partecipazione, risorse ai territori”

Un altro tabù è caduto. La base dà il via libera al 2x1000 e proietta il Movimento 5 Stelle in una nuova fase della sua storia. Superando, di fatto, anche le reticenze del co-fondatore e garante, Beppe Grillo, da sempre contrario all'utilizzo di questo strumento.

ROMA – Un altro tabù è caduto. La base dà il via libera al 2×1000 e proietta il Movimento 5 Stelle in una nuova fase della sua storia. Superando, di fatto, anche le reticenze del co-fondatore e garante, Beppe Grillo, da sempre contrario all’utilizzo di questo strumento. Per Giuseppe Conte, invece, è anche una boccata d’ossigeno: nonostante la scelta sia stata fatta agli stati generali, molti mesi prima del suo arrivo alla guida dei Cinquestelle, a lui è toccato metterci la faccia. E il rischio che il voto online fosse trasformato in una sorta di referendum sul nuovo corso c’era, facendogli correre qualche brivido dietro la schiena. Tutto fila liscio, però: a conti fatti, a dire di sì alla proposta di aderire al versamento volontario in dichiarazione dei redditi sono 24.360 iscritti sui 33.967 che hanno preso parte alla consultazione online (9.531 i contrari).

“Un’importante partecipazione, che rappresenta un ottimo segnale per tutti noi”, esulta l’ex premier sui social. Forzando forse un po’ la mano, visto che alle urne (virtuali) si collega solo del 25,7% circa dei 131.760 aventi diritto. Quando le cose vanno bene, però, i calcoli finiscono in secondo piano, soprattutto quelli politici. Anche se chi aveva espresso parere negativo alla vigilia non cambia idea dopo il voto, come Primo Di Nicola, che “rispetta la decisione della maggioranza” ma continua a sostenere che “il tema del finanziamento della politica in Italia è una ferita aperta”. Il senatore M5S e vice presidente della commissione di Vigilanza Rai si augura che “sia la decisione giusta per il Movimento 5 Stelle”, anche se “un voto come questo, su un aspetto identitario, avrebbe meritato un dibattito preparatorio adeguato”.

Una volta incassato il disco verde della base al 2×1000, l’obiettivo si sposta sull’altro tema collegato: dove andranno a finire queste nuove risorse? Conte conferma che serviranno “per rafforzare l’azione politica sui territori, elaborare nuovi progetti per essere vicini ai bisogni e alle richieste delle persone, a livello nazionale e locale”. E con lui si schiera uno dei cinque vicepresidenti, Michele Gubitosa. Ma all’orizzonte si profila un altro scoglio da superare per i vertici pentastellati, perché il fuoco di fila di chi vuole il Movimento assimilato ormai al sistema dei partiti tradizionali è già iniziato. A respingere le accuse ci prova Riccardo Ricciardi, uno dei cinque vicepresidenti scelti da Conte: “Abbiamo dimostrato ancora una volta di ‘essere altro’, perché la nostra storia è e sarà sempre nel segno della partecipazione. Non prendiamo decisioni importanti in una stanza tra 10 dirigenti di partito, ma coinvolgendo 34mila cittadini”.

Resta invariato, invece, la regola delle restituzioni mensili dei portavoce eletti. Nel voto online sul 2×1000, infatti, i militanti grillini sono stati chiamati a scegliere anche le destinazioni di queste somme accumulate, 4 milioni di euro. Le risorse saranno suddivise, proporzionalmente al numero delle preferenze ricevute, tra Anpas (12,35% del totale), Cnr (25,60%), Emergency (23,47%); Gruppo Abele Onlus (2,07%), Lega del Filo d’Oro (13,93%), Medici Senza Frontiere (17,82%) e Nove Onlus-Emergenza Afghanistan (4,76%). Nei prossimi mesi, dunque, resta solo un ultimo tassello della storia Cinquestelle da mettere in discussione: il tetto dei due mandati. Quello sarà un vero e proprio test sulla tenuta della nuova leadership e il futuro che attende il Movimento.

Di Dario Borriello

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