Mafia, confiscati beni per oltre 200 milioni agli eredi di Rappa

Tra gli immobili confiscati, anche alcuni dall'indubbio valore storico e artistico: l’intero edificio del Settecento denominato 'Palazzo Benso', oggi sede del Tar

Foto Direzione Investigativa Antimafia/LaPresse

PALERMO (LaPresse) – La Dia di Palermo ha eseguito una confisca di beni per oltre 200 milioni di euro nei confronti degli eredi di Vincenzo Rappa, morto nel 2009 a 87 anni.

Le accuse rivolte a Rappa

Il provvedimento scaturisce da una proposta del direttore nazionale della Dia che nel 2014 aveva portato al sequestro dei suoi beni. Rappa era stato condannato in via definitiva nel 2004 dalla Corte d’Appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio aggravato. Nelle indagini erano emerse una rilevante sperequazione fra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati da Rappa e i suoi legami con numerosi personaggi di spicco di Cosa Nostra.

Una confisca per oltre 200 milioni di euro

La confisca riguarda l’intero capitale sociale e relativo compendio aziendale di 3 societĂ  di capitali (attive nel comparto delle costruzioni edilizie e nel campo finanziario), una societĂ  di persone, quote in partecipazioni societarie di una societĂ  di capitali, 183 immobili, un intero edificio di otto piani, rapporti bancari e disponibilitĂ  finanziarie.

Sequestrato il ‘Palazzo Benso’

Tra gli immobili confiscati, anche alcuni dall’indubbio valore storico e artistico: l’intero edificio del Settecento denominato ‘Palazzo Benso’. Che è oggi sede del T.A.R. di Palermo. E Villa Tagliavia, un immobile in pieno centro; l’intero edificio, sempre a Palermo, in via Ugo La Malfa 153. Dove è ubicata anche la sede regionale del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

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