Manovra, caccia alle risorse. Governo apre agli incentivi per i pagamenti elettronici

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Il cantiere della manovra è ufficialmente aperto e tra le idee su cui si lavora c’è l’incentivo all’uso dei pagamenti elettronici, lanciato nei giorni scorsi da Confindustria. Completata la squadra di governo parte il countdown per la nota di aggiornamento al Def, che deve essere pronta entro il 27 settembre e dovrà tenere conto dell’ennesimo record del debito pubblico, arrivato lo scorso luglio a 2.409,9 miliardi.

Ma “sarà una manovra espansiva”, assicura il neosottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, “con tutte le novità di questa fase che è più espansiva e che ci consente di portare a casa dei risultati sia nel rapporto con Ue che per i cittadini e lavoratori continueremo il lavoro che è iniziato con la scorsa legislatura e che porteremo avanti”.

A occhio, la manovra giallorossa è già oltre i 32 miliardi di euro: 23,1 servono per disinnescare le clausole Iva, circa 3 per le spese indifferibili. E poi ci sono le misure annunciate dall’esecutivo, a partire dal taglio del cuneo fiscale “a totale vantaggio dei lavoratori” e dall’asilo nido gratis annunciato come ‘priorità’ dal presidente del Consiglio, passando per l’introduzione del salario minimo, il giusto compenso anche per i lavoratori non dipendenti, l’aumento di cento euro in busta paga per gli insegnanti lanciato dal ministro per l’Istruzione Lorenzo Fioramonti. E poi il piano straordinario per il Sud, su cui Conte ha posto ampiamente l’accento in questi primi giorni del suo secondo mandato.

Molto più fumoso l’elenco delle coperture

Il discorso con l’Europa è appena avviato, l’Italia spera in una flessibilità da dieci miliardi per realizzare riforme e investimenti, a partire dal ‘green new deal’ sbandierato qui e a Bruxelles. Ma tutto è ancora da vedere, così come è da vedere quanto effettivamente frutterà l’ennesima spending review, le privatizzazioni, la dismissione del patrimonio immobiliare, il riordino degli sgravi fiscali.

C’è poi la lotta all’evasione, anche questo tema più o meno evergreen, su cui il nuovo esecutivo promette di insistere con una nuova stretta all’uso del contante e l’inasprimento delle pene, incentivando dall’altro lato carte e bancomat. Un capitolo che trova il Governo aperto alla proposta lanciata dagli industriali nei giorni scorsi: ” Si può fare meglio del credito d’imposta, che arriva molto in ritardo, ma con le tecnologia attuale si può permettere un recupero mensile dell’incentivo. Il processo tecnologico innovativo ci permette di fare molto meglio di quello che immaginiamo”, dice il viceministro Laura Castelli a Skytg24.

Ancora aperta invece la partita della flat tax per le partite Iva sotto i 100’mila euro: “Stiamo aspettando ancora la risposta di Bruxelles – spiega Castelli – Non voglio allarmare nessuno, ma quando si fa una norma bisogna vederne gli effetti prodotti e valutare gli upgrade in relazione ai monitoraggi. C’è ancora una discussione e un confronto con Bruxelles su questo upgrade e stiamo attendendo”.

Si procede con cautela

“Nella legislatura precedente – ricorda Baretta – abbiamo fatto la fatturazione elettronica che ha dato dei primi risultati, sappiamo che ci sono dei risparmi dai provvedimenti messi in campo dal governo precedente, qualche margine c’è”. In ogni caso “aumentare le tasse non esiste, bisogna abbassarle”.

Di manovra si parlerà mercoledì all’incontro tra il presidente del Consiglio e le parti sociali, mentre Confindustria ancora attende la convocazione. “Ci sarà modo di confrontarsi”, rassicura il numero uno di viale dell’Astronomia, Vincenzo Boccia, spiegando che “le richieste sono quelle di sempre e tra l’altro vedono una convergenza di molti: infrastrutture, sia italiane che europee; questione cuneo fiscale; premi di produzione, per fare in modo che si attivi sempre di più uno scambio salario-produttività; un grande piano di inclusione dei giovani nel mondo del lavoro”.

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