MarVa: “Scrivo musica per necessità: mi aiuta a confidarmi con me stesso”

Il cantautore di Grazzanise fuori con il brano intitolato ‘Iena(s)’Il cantautore di Grazzanise fuori con il brano intitolato ‘Iena(s)’

GRAZZANISE (Rita Sparano e Antonio Di Somma) – La musica non si ferma, nemmeno in piena emergenza pandemica. E’ fuori su tutte le piattaforme digitali (Apple Music, iTunes, Amazon Music, Spotify e Youtube) ‘Iena(s)’, il nuovi singolo di MarVa, giovane cantautore di Grazzanise, in provincia di Caserta. La musica di MarVa, nome d’arte di Valerio Martellotta, si inserisce nella tradizione cantautorale italiana ma questo brano, prodotto da Kite Fields (Giovanni Mario Bortone e Gennaro Bortone), pur malinconico e poetico, si caratterizza per sonorità decisamente moderne. Il video di ‘Iena(s)’, che vede alla regia e alla direzione della fotografia Federica Parente, racconta molto dell’autore, sembra proprio un’istantanea del momento storico che stiamo vivendo.

Il testo sembra ispirato da un sentimento comune, dopo più di un anno di lockdown.

In realtà la canzone nasce molto prima del lockdown e forse non è un caso che qualcuno associ queste parole al momento che stiamo vivendo. Ognuno, in fondo, prima o poi, è costretto a fare delle scelte che inevitabilmente ne precludono altre. A volte le decisioni che prendiamo ci portano a vivere lockdown deliberatamente consapevoli. Ci rinchiudono in determinati spazi dai quali facciamo fatica ad uscire senza una buona scorta di “se” e di “ma”. Modificano il nostro modo di vedere le cose lasciandoci passivi davanti a questi cambiamenti. Questa canzone non è altro che una presa di consapevolezza di quante possibilità ci sono e di quanti limiti ci poniamo. Il punto di equilibrio sta nel farsi le domande giuste, nel sapersi ascoltare.

Iena(s), perché?

Iena(s) è un anagramma di Siena, città in cui ho vissuto per quasi quattro anni e che ha visto nascere questa canzone. Quelli sono stati gli anni in cui ho cominciato a maturare queste consapevolezze. Anni che hanno fatto da sfondo al mio processo di crescita personale. Per quanto fondamentali, quegli anni, sono stati anche molto difficili. Anni in cui ho provato per la prima volta una sensazione di solitudine. Una delle cose che più mi restituiva questa sensazione, specie all’inizio, era camminare per le strade della città e non riconoscere visi familiari, non c’erano persone da salutare. Grazie a quegli anni sento di aver fatto molti passi in avanti: devo tanto a quell’esperienza e a quella città.

Iena(s) non è il tuo debutto come autore. Quando hai iniziato a fare musica?

Ho preso per la prima volta una chitarra in mano a quattordici anni e ho sentito sin da subito l’esigenza di accompagnare al giro di DO appena imparato delle parole. Da allora ho sempre usato la scrittura per confidarmi con me stesso, per metabolizzare emozioni rendendole razionali e per dirmi cose che, altrimenti, non mi direi mai a voce alta. A volte faccio fatica a scrivere, e quando succede so che c’è qualcosa che mi blocca. E’ un segnale che mi chiede di mettere dei punti a questioni in sospeso. La mia musica nasce da qui, dalla necessità di raccogliere pensieri disordinati e chiuderli in una metrica, in un ordine tutto mio.

Quali sono le tue influenze musicali? A chi ti ispiri?

In camera ho ancora i poster dei Nirvana e di Bob Marley. Nel giradischi in questo periodo suona “Storia di un impiegato” di De André. L’ultimo brano ascoltato nella mia cronologia di Spotify è “Good News” di Mac Miller, quello prima ancora “Blue Valentines” di Tom Waits. Provo a “rubare” un po’ da tutti quelli che, per me, hanno qualcosa da raccontare. Sono costantemente alla ricerca di musica nuova da ascoltare e di testi che mi facciano soffermare sul significato. Mi ispiro a chi riesce a dare un’identità al proprio modo di scrivere, a chi riesce ad essere riconoscibile anche grazie al suo modo di usare le parole.

Nella vita fai tutt’altro. La musica è solo una bella passione o vorresti che diventasse il tuo lavoro?

Subito dopo la laurea in Economia ho cominciato a lavorare in multinazionali delle Revisione legale e della consulenza. Il lavoro che faccio richiede molta dedizione e con lo smart working è diventato ancora più difficile tracciare una linea di demarcazione netta tra la sfera professionale e quella personale. A volte si è talmente immersi nelle cose da fare che ci dimentichiamo dei nostri bisogni. La musica è innanzitutto un bisogno, per me. Vorrei solo ricordarmene sempre.

C’è un progetto intorno a ‘Iena(s)’, magari un album, musica dal vivo?

Questo non è altro che il primo tassello di un percorso nato grazie all’ostinazione dei Kite Fields, i produttori del brano. Se ‘Iena(s)’ oggi esiste è esclusivamente merito loro, ci hanno creduto più di quanto lo facessi io. ‘Iena(s)’ è uscita da poche ore e noi siamo già a lavoro sul prossimo singolo, vogliamo migliorarci e far arrivare la nostra musica a quante più persone è possibile. Abbiamo tante cose da dire, e abbiamo appena cominciato.

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