Mediaset, statuto anti-ribaltone in Olanda. Vivendi resta congelata

Il Biscione si aspetta che l'operazione abbia efficacia nel corso del quarto trimestre 2019

Foto Marco Lussoso/LaPresse

MILANO – Mediaset trasloca in Olanda, ma mette saldamente al sicuro controllo e stabilità societaria da eventuali attacchi di fondi. Il Biscione ha diffuso un documento sulla futura governance di MediaForEurope, la holding europea con sede legale in Olanda quotata a Milano e Madrid. In cui si fonderanno Mediaset e Mediaset Espana.

Mediaset, cosa prevede lo statuto ‘anti-ribaltone’

Lo statuto ‘anti-ribaltone’ prevede tra l’altro che la nomina di un consiglio di amministrazione possa essere bloccata solo da una maggioranza di due terzi di voti espressi in assemblea. Senza la necessità di un quorum. Non solo: a decidere sui nomi da far sedere sulle poltrone sarà lo stesso cda, con proposta vincolante, senza un voto di lista. In pratica, eventuali nomine indicate dai vertici stessi potrebbero essere fermate solo da un ampio dissenso degli azionisti. L’a.d. Pier Silvio Berlusconi auspica che una maggiore stabilità possa attirare altri soggetti per creare il “grande broadcaster europeo” che ha in mente.

La composizione del cda

Il cda di Mfe sarà composto da un minimo di 7 amministratori, fino a un massimo di 15, mentre i mandati potranno durare 4 anni. Gli incarichi di presidente e ceo saranno conferiti all’interno del consiglio stesso, con la presidenza che dovrà andare a un membro non esecutivo. I nomi proposti, che saranno votari dai soci, sono Pier Silvio Berlusconi, Marco Giordani, Gina Nieri, Niccolò Querci, Stefano Sala e Paolo Vasile come esecutivi, Marina Berlusconi, Fedele Confalonieri e Danilo Pellegrino come non esecutivi e Marina Brogi, Consuelo Crespo Bofil, Francesca Mariotti, Borja Prado Eulate e Carlo Secchi come amministratori non esecutivi indipendenti.

Congelato il diritto di voto di Vivendi

Il nuovo statuto della holding olandese garantirà anche il congelamento del diritto di voto dei francesi di Vivendi, non cambiando sostanzialmente l’attuale situazione. Il primo punto dell’articolo 42, relativo agli ‘Obblighi degli Azionisti’, stabilisce infatti che nessun azionista, né alcun soggetto che sia titolare di un diritto sulle azioni potrà poi detenere, singolarmente o insieme con altri soggetti, una partecipazione “che violi un provvedimento emesso da qualsiasi autorità” applicabile alla società stessa o a qualsivoglia società del gruppo.

La decisione dell’Agcom

In poche parole, la decisione dell’Agcom dell’aprile del 2017, che ha imposto ai francesi di affidare al trust Simon Fiduciaria una parte della propria quota in Mediaset, impedirebbe a Vivendi di votare. In Mfe il gruppo di Bollorè avrebbe il 7,71%, mentre a Simon andrebbe una partecipazione del 15,39%. Le assemblee straordinarie di Mediaset e Mediaset Espana per il via libera alla fusione e alla nuova holding Mfe – cui sarà conferito anche il 9,6% della tedesca ProSiebenSat1 – sono previste il prossimo 4 settembre. Il Biscione si aspetta che l’operazione abbia efficacia nel corso del quarto trimestre 2019. Con la quotazione del nuovo soggetto che potrebbe avvenire nella prima decade di dicembre. Oggi a Piazza Affari Mediaset chiude tonica (+2,48% a 2,972 euro).

(AWE/LaPresse/di Lorenzo Allegrini)

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