Meloni ‘bacchetta’ il centrodestra di Governo: “Draghi pende a sinistra, sulle riaperture fare di più”

La partita a scacchi interna al centrodestra si gioca anche sulla vicenda del Copasir e, soprattutto, sulle amministrative. Manca ancora il candidato a Milano e a Roma dopo i rifiuti di Gabriele Albertini e Guido Bertolaso

ROMA – Giorgia Meloni bacchetta il centrodestra di governo. Una critica puntuta ma costruttiva perché i rapporti sono “costanti” e i presunti dissapori con Matteo Salvini solo “ricostruzioni giornalistiche”. La leader di Fdi considera il governo Draghi “una parentesi” al termine della quale “ci presenteremo insieme” in quanto forze “con molti punti di contatto e assolutamente compatibili”. Il problema, semmai, è quello di gestire le coalizione in questa fase che vede gli alleati di sempre su fronti opposti della barricata.

La scelta di Meloni

La scelta di restare all’opposizione presa da Meloni – lo dicono i sondaggi – paga e la presidente di Fdi la sfrutta per pungolare chi, a suo dire, non riesce a fare abbastanza per equilibrare all’interno dell’esecutivo il peso di Mario Draghi che “pende di più dall’altra parte”, ovvero a sinistra. Meloni sulle riaperture si aspettava dal premier “qualcosa di più coraggioso” mentre “è più rigido di Conte”. I complimenti invece arrivano sul piano vaccini.

Il futuro di Draghi

E pure sul futuro di ‘Super Mario’ Lega e Fdi sembrano pensarla diversamente. Per Salvini potrebbe essere l’uomo giusto per il Colle mentre da Fratelli d’Italia questo spostamento sarebbe giudicato in maniera positiva solamente perché “vorrebbe dire che si va alle elezioni”. In realtà il giudizio sull’ “autorevole” figura di Draghi è ancora sospeso. “Io non ho ancora fatto una scelta così decisa. Non ho elementi per dire che Fdi potrebbe sostenerlo”, dice Meloni.

Il centrodestra

La partita a scacchi interna al centrodestra si gioca anche sulla vicenda del Copasir e, soprattutto, sulle amministrative. Manca ancora il candidato a Milano e a Roma dopo i rifiuti di Gabriele Albertini e Guido Bertolaso. Su quest’ultimo però Meloni dice di nutrire ancora una speranza. “Sarebbe un ottimo sindaco”, spiega facendo intendere di avere comunque pronti dei nomi alternativi. Per chiudere la partita si attende “a breve” un vertice a tre con Salvini e Tajani. “Rispetto ai nostri avversari che vanno in ordine sparso siamo più compatti”, dice sicura Meloni separando la questione dalle schermaglie sulla politica nazionale.

(LaPresse/di Andrea Capello)

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